Bergesio a “gamba tesa” contro il gruppo Gedi: “Su Stellantis è allarme sociale, ma pensano al fascismo”
Il senatore leghista punta il dito contro i giornali degli Elkann dopo l’audizione di Tavares in parlamento: “Per qualcuno è più pericoloso un regime inesistente”“C’è il rischio concreto di un allarme sociale ma per qualcuno è più pericoloso un regime inesistente”: lo dice il senatore Giorgio Maria Bergesio della Lega, vicepresidente della commissione Attività produttive a Palazzo Madama, dopo l’audizione dell’ad del gruppo Stellantis Carlos Tavares in parlamento.
Una visita accolta da un coro unanime di fischi, quella del manager prossimo a una dorata pensione, che ha suscitato le ire del governo, di Confindustria e dei sindacati insieme. “L’amministratore delegato e la dirigenza di Stellantis dovrebbero chiedere scusa agli operai, agli ingegneri, ai tecnici, agli italiani e alla storia dell’auto italiana” ha tuonato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, a fronte della - ennesima - richiesta di incentivi per affrontare la transizione all’elettrico. “Mi sembra onestamente una pazzia” ha commentato il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, mentre il segretario generale di Cgil Maurizio Landini ha ricordato che Stellantis non ha investito in questi anni e che la produzione auto nel 2024 scenderà sotto 300 mila unità: non succedeva dal 1957.
“L’audizione di Tavares in Parlamento - commenta Bergesio - consegna un quadro preoccupante per quello che è sempre stato uno storico marchio italiano, ma soprattutto una realtà industriale fondamentale per migliaia di lavoratori che nel corso degli anni ha ottenuto oltre 220 miliardi di euro tra casse integrazioni, prepensionamenti, rottamazioni e sovvenzioni pubbliche di varia natura. Eppure qualcuno, come il gruppo Gedi, pare non averci fatto caso e preferisce la caccia al fascismo immaginario”. Una bordata chiara ai giornali del gruppo, La Stampa e La Repubblica in testa, il cui feeling con il governo si mantiene ancora più basso di quello tra palazzo Chigi e Stellantis.
Redazione
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