Bergesio, Lega: “Prevenire e disinnescare i potenziali rischi del Green Deal UE per la nostra agricoltura”
“La spinta ecologista, guidata da posizioni puramente ideologiche, sembra stia influenzando gli orientamenti della Commissione europea sulla transizione ecologica"“Dare all’agricoltura tradizionale un ruolo di assoluta centralità nelle politiche di attuazione del Green Deal europeo”. Lo hanno chiesto con l’interrogazione 3-02789 del 5 agosto scorso al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Patuanelli i Senatori Lega-Salvini Premier Giorgio Maria Bergesio, Capogruppo in Commissione Agricoltura, Gianpaolo Vallardi, Presidente, Rosellina Sbrana, Gianfranco Rufa e Cristiano Zuliani.
“La spinta ecologista, guidata da posizioni puramente ideologiche, sembra stia influenzando gli orientamenti della Commissione europea sulla transizione ecologica, con l’intento di screditare l’agricoltura italiana che, contrariamente a ciò che si vuol fare credere, da anni investe in politiche finalizzate al miglioramento di clima e ambiente, ponendosi come riferimento per l’Europa e il mondo”, afferma Bergesio. L’agricoltura italiana è infatti tra le più “green”: produce emissioni di CO2 equivalenti a circa 30 milioni di tonnellate l’anno, contro 77 milioni della Francia e oltre 60 milioni della Germania. Per un chilogrammo di carne si emette un quinto di CO2 di quanto avviene negli Stati Uniti o in Asia. Inoltre, in Italia l’uso degli antibiotici è inferiore del 42% e dei pesticidi del 35%.
Ma se la tesi del “partito” degli ecologisti più ortodossi dovesse prevalere in UE, una bistecca di carne o un formaggio sintetici, costruiti in laboratorio, potrebbero presto sostituire la nostra Fiorentina o il Parmigiano Reggiano, perché per produrli con alambicchi e provette si inquina meno che pascolando le mucche.
“L’attuazione del Green Deal potrebbe essere una mazzata per la nostra agricoltura – lancia l’allarme il Senatore Bergesio -. Il Dipartimento dell’agricoltura USA ha valutato che, a seguito dell’aumento degli oneri che scaturirebbero dall’attuazione delle politiche del Green Deal a carico del sistema produttivo, la produzione agricola europea potrebbe crollare di oltre il 10%, tutto a vantaggio di Cina e India, generando instabilità a livello mondiale. Di tale indebolimento potrebbero avvantaggiarsene le multinazionali del cibo, che investono su modelli alimentari basati su cibi ultraprocessati e sintetici, sponsorizzati come alternativa sostenibile alla produzione di alimenti ottenuti dall’agricoltura tradizionale”.
“Obiettivo prioritario del Ministero è individuare attività finalizzate alla difesa dell’agricoltura italiana e delle filiere del made in Italy, anche in considerazione degli oneri che derivano dall'attuazione delle politiche del Green Deal europeo – ha risposto ieri il Ministero in Commissione -. Questa Amministrazione ha da tempo avviato un percorso di elaborazione delle politiche agricole con misure che garantiscano lo sviluppo di un settore agricolo, alimentare e forestale sostenibile, inclusivo e competitivo. In tale direzione è orientato il Piano Strategico Nazionale, nell’ambito della Politica Agricola Comune 2023-2027, che consentirà al settore di rendere sinergici i temi della sostenibilità e dell’inclusione con gli elementi della competitività settoriale e territoriale, trasformando in valore le opportunità che possono derivare dalla transizione ecologica, garantita dall´economia sostenibile, dalla digitalizzazione, dall’economia circolare, dalla riduzione degli sprechi alimentari, dall’agroecologia”.
“Fondamentale preservare il patrimonio di biodiversità che caratterizza il nostro Paese, tra i più significativi a livello europeo, rafforzando e valorizzando il forte legame tra agricoltura, territorio e ambiente, che determina l’unicità delle produzioni agroalimentari italiane. Occorrono sostegni e aiuti concreti alle filiere che stanno soffrendo per gli aumenti delle materie prime e dei costi energetici”, ribadisce infine il Senatore Bergesio.
c.s.
CUNEO Giorgio Bergesio