Bio, Coldiretti Cuneo: "Attacco Syngenta colpisce il biologico Made in Cuneo"
I vertici provinciali dell'associazione: "Agli imprenditori va lasciata la libertà di produrre in funzione del mercato"L’attacco della multinazionale Syngenta al biologico colpisce direttamente l’Italia, leader europeo per numero di imprese agricole bio, e la Provincia di Cuneo che contribuisce al successo del bio tricolore con il maggior numero di aziende agricole biologiche a livello piemontese, oltre 1.000, pari al 46% del totale regionale. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare le dichiarazioni di Erik Fyrwald, Ceo del colosso agrochimico Syngenta, secondo il quale di fronte alla minaccia di una crisi alimentare globale provocata dalla guerra in Ucraina è necessario rinunciare all’agricoltura biologica per ottenere rese produttive maggiori.
“Occorre lasciare agli imprenditori la libertà di decidere cosa produrre – evidenzia Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – sulla base dei propri interessi e della domanda dei consumatori. Viviamo in un’economia di mercato dove a decidere cosa produrre non può essere di certo la cinese Syngenta. La dichiarazione avviene a poco più di due mesi dall’approvazione in Italia della legge sul biologico approvata proprio per rispondere alle attese di produttori e consumatori che in misura crescente si avvicinano al biologico, che finisce oggi nel carrello della spesa di quasi due italiani su tre con le vendite totali che nell’ultimo decennio sono più che raddoppiate tanto che nel 2021 hanno sfiorato il record di 7,5 miliardi di euro di valore, tra consumi interni ed export”.
È infatti interessato il parere del massimo esponente della multinazionale del settore dell’agroindustria, specializzato nella produzione di mezzi tecnici per l’agricoltura e nelle attività nel campo delle sementi, che è stato acquistato nel 2017 per 43 miliardi di dollari dal colosso cinese ChemChina, il quale nel frattempo si è unito con Sinochem, dando vita a una holding petrolchimica da 150 miliardi di dollari.
Nella Granda sono 17.400 gli ettari ad oggi coltivati con metodo biologico e le produzioni riguardano soprattutto cereali, frutta e colture da foraggio, ma di notevole importanza è anche la viticoltura biologica, molto richiesta a livello internazionale. Gli allevamenti bio cuneesi sono nel complesso 172, pari al 36% di quelli regionali.
“A febbraio è nata a livello nazionale Coldiretti Bio, la task force di aziende ed esperti per un settore che vale 7,5 miliardi di euro tra consumi interni ed export. È stata, così, sancita ancora una volta l’attenzione che Coldiretti da sempre dimostra nei confronti di un’agricoltura in linea con gli indirizzi europei di sostenibilità e complementare all’agricoltura tradizionale” dichiara Mauro Musso, componente cuneese del CdA di Coldiretti Bio nonché Presidente di Terramica, l’Associazione dei produttori biologici più grande a livello regionale con oltre 500 soci iscritti, nata in seno a Coldiretti oltre trent’anni fa.
“L’Italia non può accettare passi indietro sulla sicurezza alimentare che mettono a rischio la salute dei consumatori ma anche la competitività del Made in Cuneo. Occorre nell’immediato salvare aziende e stalle da un’insostenibile crisi finanziaria per poi investire nell’aumento di produzione e rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane utili a combattere la siccità. Serve poi contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono dei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le Nbt a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici” conclude il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.
c.s.
CUNEO Coldiretti