Biodigestore a Borgo, Manassero: "Progetto nato anni fa, ora necessita di approfondimenti"
Il tema discusso ieri sera in Consiglio comunale. Armellini (Indipendenti): "Avremmo dovuto parlarne molto prima". Per Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) l'impianto è "una fissazione di Borgna"Si è parlato anche del progetto per il biodigestore di Borgo San Dalmazzo nella seduta di ieri, lunedì 30 gennaio, del Consiglio comunale di Cuneo. Il tema è stato proposto da Paolo Armellini, nell’ambito di una più ampia interpellanza sulla situazione della raccolta differenziata in città. “A che punto è il confronto tra i 54 Comuni soci di ACSR e qual è la posizione dell’amministrazione?”: questi, in sintesi, i quesiti posti dal consigliere del gruppo Indipendenti.
Il progetto ha ottenuto un finanziamento di 12,8 milioni di euro nell’ambito del PNRR. Ora Acsr ha trenta giorni di tempo (salvo proroghe) a partire dalla comunicazione ufficiale del contributo, avvenuta il 4 gennaio, per accettare formalmente i fondi. I dubbi, però, sono molteplici, e sono in parte stati confermati nella sua risposta dalla sindaca Patrizia Manassero: “Si tratta di un progetto nato anni fa, che ora necessita di alcuni approfondimenti. Come sta accadendo tutti i progetti, ha innanzitutto bisogno di un aggiornamento dei costi dovuto all’aumento dei prezzi delle materie prime”. Insomma, i quasi 13 milioni ottenuti dal PNRR non basteranno per realizzare l’impianto.
"Il secondo grande tema da non sottovalutare - ha proseguito la prima cittadina - è quello dell’Ato regionale, prevista dalla legge ma non ancora formalmente costituita: questo rende in questa fase più fragili gli ambiti provinciali”. Con un solo ambito regionale spetterebbe a questo organo decidere sul conferimento dei rifiuti: oggi, invece, le decisioni sono ancora in mano ai singoli consorzi. Un tema che si lega al terzo punto interrogativo, anche questo confermato da Patrizia Manassero durante il Consiglio comunale di ieri: l’effettiva volontà dei consorzi del monregalese (Acem), del saluzzese (Csea) e dell’albese-braidese (Coabser) a conferire i rifiuti nell’impianto che dovrebbe sorgere a Borgo San Dalmazzo. I rifiuti organici prodotti nel bacino Acsr (circa 15 mila tonnellate) non basterebbero infatti a rendere remunerativo il biodigestore, che necessita di circa 45 mila tonnellate: se gli altri consorzi provinciali non dovessero scegliere Borgo San Dalmazzo (e ad oggi non ci sono comunicazioni formali in questo senso), servirebbe prelevare i rifiuti fuori dalla Granda, con ciò che ne consegue in termini di costi e di aumento dei mezzi sulle strade cuneesi.
“Deve essere convocato in questi giorni un Ato rifiuti provinciale - ha spiegato la Sindaca - perchè ci si esprima in modo definitivo sulla questione. Ogni consorzio ha una sua linea politica, i sindaci di Acsr hanno chiesto una valutazione definitiva. In questi giorni si andranno ad avere dei chiarimenti, cercherò di mantenere aggiornato il Consiglio”.
Sulla questione è intervenuto durante la discussione anche Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni): “Il biodigestore è una fissazione di Borgna, portata avanti anche con l’ostilità di alcuni Comuni, con una battaglia promossa a Borgo San Dalmazzo anche da alcuni membri del PD. Parliamo di un biodigestore che richiamerà camion da tutta la provincia e anche dalla Liguria”.
Critico nel suo intervento finale Paolo Armellini: “Questo progetto è passato sotto silenzio fino ad oggi, in questa legislatura. Nelle commissioni a cui ho partecipato non ci è mai stato presentato, sarebbe stato utile viste le scadenze. Perchè non se n’è parlato fino ad ora? Cuneo, insieme a Borgo, Boves, Busca e Dronero, rappresenta più del 60% di Acsr. Avremmo dovuto parlarne molto prima”.
a.d.
CUNEO Borgo San Dalmazzo