Biodigestore, ieri l'assemblea pubblica a San Rocco: "A cosa serve? Solo a tenere in piedi l'Acsr"
L'incontro organizzato dai gruppi consiliari Cuneo Mia, Cuneo per i Beni Comuni e Indipendenti: "Vicenda che dimostra incapacità del Comune di Cuneo e del suo Sindaco"Partita nel 2019 da Borgo San Dalmazzo, la battaglia contro il biodigestore si è ormai definitivamente allargata a Cuneo, con alcuni dei gruppi consiliari di opposizione che ne hanno fatto un nuovo fronte di scontro con la Giunta Manassero. Tre di questi gruppi - Cuneo Mia, Cuneo per i Beni Comuni e Indipendenti - hanno organizzato ieri sera a San Rocco Castagnaretta un’assemblea pubblica dal titolo eloquente: “Biodigestore di Borgo, una cattedrale nel deserto che pagheranno i cuneesi”. La serata, cui ha partecipato una cinquantina di persone, si è svolta nel cortile adiacente alle scuole medie della frazione cuneese: “Ci hanno fatto il favore di non concederci la sala, li ringraziamo perchè è una bella serata, si sta molto bene qui fuori. Questo deve far capire a che punto si arriva nel cosiddetto dibattito politico”, ha commentato polemicamente, a questo proposito, Ugo Sturlese.
Ad aprire l’assemblea è stato Mauro Fantino, tra i fondatori del comitato No Biodigestore nato a Borgo San Dalmazzo nel 2019. L’ex assessore borgarino ha ripercorso quelli che secondo il comitato sono i punti critici del progetto, già illustrati più volte in questi anni: dalla posizione non baricentrica al sovradimensionamento, passando per la mancanza dei rifiuti da conferire per rendere il biodigestore redditizio. Fantino ha parlato anche della posizione di Patrizia Manassero: “Il suo è stato un errore politico importante. Aveva detto che si sarebbe tenuto conto delle garanzie sul conferimento e che avrebbe rispettato la posizione di Borgo. Nella notte tra il 16 e il 17 febbraio, invece, è successo qualcosa e il giorno dopo ha detto sì al biodigestore. Credo che a livello istituzionale in provincia di Cuneo non si sia mai vista una cosa del genere”. Poi una stoccata ai partiti rappresentati nel Consiglio comunale di Cuneo: “Mi fa sorridere vedere parti politiche che a livello nazionale si scontrano su qualunque cosa andare invece a braccetto a Cuneo, e solo a Cuneo”.
A seguire l’intervento di Ugo Sturlese, del gruppo Cuneo per i Beni Comuni: “C’è una certa fascinazione per le grandi opere, che vogliono dire grandi capitali: le questioni economiche sono sempre prioritarie rispetto a quelle ambientali. Nessuno di noi è contrario ai biodigestori in senso lato, il problema è che qui invece di porci l’obiettivo di ridurre i rifiuti ci troveremo a doverne produrre di più per alimentare questo mostro. È un paradosso, oltre che una mancanza culturale: nel mondo oggi si punta ad arrivare a rifiuti zero, al riuso della materia, nel caso dell’organico anche al compostaggio”. La principale contestazione rivolta al progetto è sempre la stessa, quella relativa al mancato conferimento dei rifiuti: per rendere il biodigestore redditizio servirebbe (almeno) l’organico di tutta la provincia di Cuneo, ma ad oggi i consorzi di monregalese, albese e saluzzese non hanno sottoscritto accordi formali (e, anzi, conferiscono il loro organico in siti molto più economici rispetto al futuro biodigestore di Borgo): "Il materiale da trattare semplicemente non c’è, la collaborazione di tutta la provincia non c’è, i consorzi conferiscono ad altri impianti a costi inferiori”, ha detto Sturlese.
Poi un attacco diretto a Patrizia Manassero e alla sua Giunta: “C’è il vizio di fare le cose di nascosto, senza coinvolgere la gente. Abbiamo scoperto pochi giorni fa che sulla caserma Montezemolo siamo arrivati a una fase di progettazione definitiva senza che nessuno ne fosse informato. È il sistema di governo di questa città, solo apparentemente democratico: si dicono le cose solo quando sono decise, nel quadro di una maggioranza molto litigiosa. Per questo andiamo avanti con l’informazione, questa battaglia non è finita”.
L’invettiva di Boselli
Se da parte di Sturlese è arrivato un attacco, quelle di Giancarlo Boselli (Indipendenti), intervenuto dopo, sono state vere e proprie bordate rivolte all’amministrazione: “La vicenda è una delle cinque-sei grandi questioni che stiamo seguendo in questi mesi. Queste situazioni dimostrano una assoluta incapacità del Comune di Cuneo e del suo Sindaco di essere riferimento di tutti i Comuni della provincia. Qui ci siamo trovati a chiedere di avere accesso agli atti e abbiamo evidenziato subito due cose: sul conferimento non c’è alcuna certezza, e peraltro da nostri approfondimenti emerge che per far funzionare l’impianto in attivo servono molto più delle 45 mila tonnellate preventivate, inoltre manca la compatibilità urbanistica”.
"Di fronte a queste obiezioni - ha proseguito Boselli - ci viene detto che le cose ‘poi ci saranno’: i rifiuti da conferire ‘poi ci saranno’, la compatibilità urbanistica ‘poi ci sarà’. Questo è un modo di fare visto su tante questioni che dimostra incapacità. Ad oggi non c’è nemmeno il progetto. Questa maggioranza rischia di andare a sbattere: qui, come sull’ospedale, come sull’incredibile questione della tettoia Vinay. Questa maggioranza inizia ad essere molto scomposta, c’è uno stato di pre crisi e non mi stupirei se si arrivasse ad elezioni anticipate nell’arco dei prossimi mesi. Noi abbiamo sempre accompagnato le nostre critiche con soluzioni alternative. Stiamo sostanzialmente costruendo un programma di governo alternativo: saremo pronti se questa amministrazione dovesse concludere in anticipo il suo mandato”.
Con lui anche il collega Paolo Armellini: “Questa amministrazione ha un modo un po’ carbonaro di presentare, o non presentare, le cose. Qui stiamo costruendo una piscina nel deserto: una piscina che avrà tutte le tecnologie più avanzate, ma non ci stiamo accorgendo che ci mancano le tubazioni per riempirla”.
Il ruolo del Comune di Cuneo
A seguire l’intervento di Claudio Bongiovanni, per il gruppo Cuneo Mia: “All’interno dell’assemblea dei Sindaci Cuneo non è riuscita a svolgere un ruolo di conciliazione e mediazione, anche se dobbiamo riconoscere che lo sta svolgendo ora, con la scelta di non presentare controricorso dopo che Borgo si è rivolta al Tar”.
Bongiovanni si è poi soffermato sui risvolti ambientali del progetto: “I camion che trasportano la frazione organica inquinano, inquina la sostanza che trasportano, inquina il materiale umido che rimane sui mezzi durante il trasporto. Non si può scegliere un luogo come quello di San Nicolao solo perché è già compromesso. Più la localizzazione non è baricentrica, più l’inquinamento incide in maniera negativa sulla valutazione. Il territorio verrebbe gravato da circa 2 mila mezzi pesanti in più ogni anno. Questo movimento in più si va ad aggiungere al traffico di camion che trasportano bottiglie d’acqua”.
Perplessità anche sul prezzo per il trattamento dell’organico preventivato da Acsr, che supera i 90 euro a tonnellata: “Con questi prezzi il biodigestore riuscirà a stare sul mercato? Che cosa dovrà fare per restarci?”.
“Il biodigestore? Serve solo ad Acsr”
Presente tra il pubblico anche Germana Avena, sindaca di Roccavione ed oppositrice della prima ora del progetto biodigestore: “Tra noi e l’albese ci sono molte similitudini a livello di rifiuti prodotti, eppure il suo consorzio tratta la metà dell’organico, grazie all’autocompostaggio. Il nostro consorzio invece non si è mai posto il problema di sovvenzionare l’autocompostaggio, perchè aveva bisogno di rifiuti per far funzionare il sito di San Nicolao. Ci dicono che i rifiuti organici aumenteranno, ma non è vero: i consumi delle famiglie stanno cambiando, il verde prodotto diminuisce, chi fa ancora il minestrone in casa? La Regione ha detto che potrebbe aumentare l’organico intercettato, per esempio nei Comuni che ancora non fanno la differenziata, non ha detto che aumenterà sicuramente”.
Dalla prima cittadina di Roccavione, intervenuta in chiusura dell’assemblea, sono poi arrivati pesanti attacchi rivolti ad Acsr: “Io sono in Consiglio comunale dal 1975, ho seguito tutta la storia di Acsr, mi prendo la responsabilità di quel che dico: lì dentro ne ho viste più di Pluto. Prima hanno fatto la discarica su un fiume, poi si sono installati macchinari costosissimi che non producevano nulla se non altri rifiuti da mettere in discarica. Per non parlare della puzza di cui il territorio ha sofferto per anni. Lo vedono tutti: questo progetto non sta in piedi, non è della dimensione giusta, non ci saranno i rifiuti. Mi è stato riferito che la consigliera D’Ulisse di Cuneo (Cuneo Solidale Democratica, ndr) ha detto che è importante fare il biodigestore per ‘garantire Acsr’: lei non lo sa, ma ha detto la verità. È dal 1995 che l’unico vero tema è la sopravvivenza dell’Acsr: io sostengo che senza Acsr avremmo bollette più basse. Perchè noi paghiamo più di 90 euro per smaltire l’organico quando altrove pagano 50 o meno? Per far sopravvivere Acsr. C’è troppa gente che ci gira intorno: revisori dei conti, impiegati, consiglio di amministrazione. Ripeto, mi prendo la responsabilità di queste parole”.
Andrea Dalmasso
CUNEO biodigestore