“Bisogna parlare con i ragazzi della salute mentale e del suicidio per contrastare i pregiudizi”
L’appello del dottor Francesco Risso, direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Asl CN1 e "Santa Croce", nella Giornata Mondiale per la Prevenzione dei Suicidi: "La sofferenza mentale dei giovani mai grave come oggi"Parlare di certi argomenti è ancora difficile. Forse perché non si conoscono bene, più probabilmente perché portano con sé un profondo pregiudizio, uno stigma sociale che impedisce agli adolescenti di aprirsi e cercare un appoggio. È proprio parlandone, però, che possono essere affrontati. Oggi è la giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, una ricorrenza necessaria se si considera che il suicidio è la seconda causa di morte in adolescenza nel mondo occidentale. Nonostante non sia un fenomeno nuovo, ha subito una crescita esponenziale negli ultimi anni. “Rispetto al pre-Covid c’è stato un aumento del 30% di tutti i disturbi come depressione, ansia, disturbi del comportamento alimentare. Prima del 2020 i casi stavano già aumentando, ma dopo la pandemia la situazione è decisamente peggiorata”, dice Francesco Risso, direttore del Dipartimento di salute mentale dell’Asl Cn1 e ospedale Santa Croce di Cuneo. Per quanto riguarda i suicidi e i tentativi di suicidio “sono aumentati del 70% negli ultimi dieci anni tra i giovani con un’età compresa tra i 14 e i 24 anni”. E l’aumento si è verificato anche nel Cuneese.
Nel 2023 in Italia ci sono stati cinquecento casi di suicidio tra gli adolescenti. “La sofferenza mentale dei giovani non è mai stata così grave come oggi”, continua lo psichiatra. E tante sono le motivazioni che hanno portato a questa situazione: dall’individualismo della società alla mancanza di dialogo, passando per l’uso smodato dei social, l’abbandono delle famiglie e il sottofinanziamento della sanità e dell’istruzione. “I social sono spesso il principale metodo di comunicazione tra i giovani e questo ha portato a un marcato isolamento sociale e un aumento esponenziale della sofferenza mentale con sintomi legati all’ansia e alla depressione. Rispetto a una volta molti dei riferimenti che c’erano, come la parrocchia, oggi sono venuti a mancare”.
Anche le famiglie in molti casi si trovano in difficoltà. “In Italia negli ultimi trent’anni le famiglie non sono state sostenute dallo Stato”, continua Risso, eppure, è proprio tra le mura di casa che sarebbe importante fare un lavoro di prevenzione e di supporto. “Parlare del suicidio e della salute mentale è fondamentale in famiglia così come a scuola, sul luogo dove si fa sport. È in quei posti che i ragazzi trascorrono la maggior parte del loro tempo. È importante chiedere loro come stanno, cercare di farli parlare e far emergere il dolore mentale, se c’è”.
Partire in anticipo è la chiave per evitare che le situazioni diventino critiche. “Bisogna riuscire ad accompagnare, a intercettare il malessere già dalle scuole medie perché i disturbi mentali hanno esordi sempre più precoci. Per questo è necessario parlarne molto di più, purtroppo però ci sono ancora pregiudizi e difficoltà”. È solo da qualche anno, infatti, che si affronta più apertamente il tema dei disturbi mentali, ma il percorso per raggiungere un dialogo davvero aperto e sincero sarà ancora lungo. “Se ne è iniziato a parlare un po’ di più dopo il Covid-19, prima era un discorso riservato agli addetti ai lavori. La pandemia da un lato è stata un flagello terrificante, ma dall’altro ha permesso di aprire questo vaso di Pandora carico di pregiudizi e tabù”.
Per far fronte al disagio mentale dei giovani sono fondamentali le strategie di prevenzione che permettono di sviluppare approcci terapeutici integrati ed efficaci sul territorio. E la provincia di Cuneo ha fatto un grande lavoro su questo fronte con il “Cantiere adolescenti”. Si tratta di uno spazio di ascolto gratuito per ragazzi situato al Rondò dei talenti (via Luigi Gallo, 1) creato in collaborazione tra il dipartimento di Salute Mentale, il dipartimento Materno Infantile, il dipartimento di Prevenzione e i consorzi socioassistenziali. “Lo sportello si colloca in una zona accessibile e molto frequentata dai ragazzi. Qui possono trovare personale competente che, nel caso di situazioni più gravi, li accompagnerà ai servizi specialistici”. Solo a Cuneo (i centri di ascolto ci sono anche a Mondovì, Saluzzo e Savigliano) lo sportello ha accolto nel 2023 circa 200 giovani.
“Questo progetto è un esempio di ottima collaborazione tra istituzioni, nella nostra provincia si riesce ancora a lavorare insieme nonostante il settore abbia gravi mancanze di risorse umane. In questo modo riusciamo a fare prevenzione, evitando che certe situazioni diventino acute”. Il Cantiere adolescenti è gratuito e aperto a tutti i ragazzi e le ragazze tra i 14 e i 24 anni il martedì, mercoledì e giovedì dalle 14 alle 16. È disponibile anche un numero di telefono (Whatsapp): 3383669862.
Micol Maccario
CUNEO Suicidi