'Brexit, senza regole rischi per il Made in Piemonte'
Le riflessioni di Coldiretti: 'Non siano vino e gorgonzola a pagare il conto di questo cambio di scenari'Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Coldiretti Piemonte.
Dal 1 febbraio 2020 il Regno Unito non sarà quindi più considerato ufficialmente un membro dell’Unione Europea ed inizierà la seconda fase del processo di uscita, ossia i negoziati sulle future relazioni tra l'UE ed il Regno Unito. Con l’ultima minaccia del premier inglese, Boris Johnson, la Gran Bretagna rischia di diventare il porto franco del falso Made in Italy in Europa per la mancata tutela giuridica dei marchi dei prodotti italiani a indicazioni geografica e di qualità (Dop/Igp) che rappresentano circa il 30% sul totale dell’export agroalimentare tricolore. E’ l’allarme della Coldiretti in riferimento all’annuncio che il premier britannico Boris Johnson sarebbe pronto ad accettare controlli alle frontiere pur di non accettare l'imposizione dei regolamenti e gli standard europei sulle merci, come richiesto dalla Ue.
In Piemonte, nella provincia di Torino, il trend dell’export vede un calo con 710,2 milioni di euro (-5,7%), a cui si è contrapposta una crescita delle importazioni fino a 304,6 milioni di euro (+5,2%). Il saldo della bilancia commerciale rimane comunque positivo (+405,6 milioni di euro), ma in peggioramento rispetto al 2018, secondo io dati di Camera di Commercio relativi al terzo trimestre 2019. Il 45% delle vendite torinesi è legato ai mezzi di trasporto, anche loro però in calo del 9% rispetto al periodo gennaio-settembre 2018. Per quanto riguarda l’agroalimentare, si registra un export positivo (+42%) per i prodotti alimentari, che pesano per il 10% delle esportazioni totali verso i neo-extracomunitari britannici. Crescono le vendite di prodotti da forno (+2,1%) e di frutta e ortaggi (+9%).
Tra i prodotti piemontesi maggiormente apprezzati in Gran Bretagna ci sono il vino, i mirtilli ed i formaggi. In particolare, il vino made in Piemonte viene assorbito dai britannici per il 20% della produzione e le bollicine vanno per la maggiore. Tra i formaggi a farne le spese potrebbe essere, soprattutto, il Gorgonzola, tipico del Piemonte che, nell’ultimo anno, ne ha prodotto 40 mila tonnellate, circa il 50% della produzione nazionale.
“Certo ora gli scenari cambieranno ed l rischio è che si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane come ad esempio l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che boccia ingiustamente gran parte del Made in Italy a denominazione di origine (Dop) – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Gli agricoltori e l’intera filiera agroalimentare non possono pagare le conseguenze di una Brexit affrettata, è quindi importante che prevalga il buon senso e che si arrivi a un accordo che tuteli le denominazioni geografiche Made in Italy, la qualità dei prodotti italiani e la sicurezza dei consumatori”.
c.s.
CUNEO Brexit