Cambi demografici e crisi delle vocazioni spingono le diocesi di Cuneo e Fossano verso l'unificazione
Nel Cuneese 49 parrocchie hanno meno di mille abitanti e i preti sono sempre più anziani: oltre la metà ha più di 70 anni. "Serve un nuovo orizzonte"“Siamo partiti dalla constatazione che il tempo che stiamo vivendo ci spinge a ripensare il nostro modo di essere. Anche la chiesa sente la sollecitazione dei grandi interrogativi che la pandemia ha innescato ed è convinta di poter contribuire alla ripresa della vita sociale offrendo risorse di speranza, ma per fare questo deve rinnovarsi sul piano delle proprie strutture e delle mentalità: non si può stare inchiodati alla paura, ma bisogna guardare in avanti”.
Con queste parole il vescovo Piero Delbosco ha presentato il Sinodo diocesano che porterà all’unificazione delle diocesi di Cuneo e Fossano. In una conferenza stampa organizzata oggi pomeriggio, giovedì 20 maggio, presso l’Aula Magna del Seminario vescovile le due diocesi hanno dato notizia dell’avvio di un percorso di ascolto e di confronto di cui si parla da circa due anni. Dietro la necessità di rivedere l’organizzazione della Chiesa sul territorio le variazioni demografiche e la crisi delle vocazioni. “A 23 anni dalla conclusione del quarto Sinodo diocesano di Cuneo e dell’undicesimo Sinodo diocesano di Fossano - ha aggiunto il vescovo -, ho pensato di convocarne uno che coinvolge entrambe le diocesi, incamminate verso l’unificazione. Si vuole ripensare in radice la presenza della comunità cristiana sul territorio, alla luce del cambiamento d’epoca che stiamo attraversando”.
Nell’occasione don Pierangelo Chiaramello, vicario generale della diocesi di Fossano e membro della Segreteria per il Sinodo, ha descritto un quadro di frammentazione delle parrocchie rispetto al numero degli abitanti. Fossano è una delle diocesi più piccole d’Italia con 33 parrocchie per 42 mila abitanti, di queste soltanto 4 hanno più di 3 mila abitanti, 6 da mille a 3 mila, mentre 18 hanno meno di mille abitanti e di queste 8 ne hanno addirittura meno di 300. A questo scenario si aggiunge che unicamente 12 hanno il parroco residente. Dal canto suo la diocesi di Cuneo ha 82 parrocchie per 115 mila abitanti, di queste 10 hanno oltre 3 mila residenti, 23 da mille a 3 mila, 49 ne hanno meno di mille. Qui la dispersione emerge in modo evidente perché di queste ultime 28 sono sotto i 300 abitanti, di cui 9 con meno di 50. Soltanto 35 hanno il parroco in loco.
Numeri che inducono a una riflessione, in quanto se è vero che le parrocchie godono di apprezzamento e stima anche tra i non praticanti, in particolare per l’organizzazione di Estate Ragazzi e Campi Estivi, è altrettanto vero che, nonostante non manchino esperienze e cammini di fede importanti, la preoccupazione per il crescente abbandono dell’istituzione parrocchiale è presente, anche alla luce della diminuzione del numero di parroci sul territorio. “Il ministero del prete è ineludibile - ha detto don Chiaramello -, ma le parrocchie non possono basarsi solo su di esso, serve un nuovo orizzonte”. Le diocesi di Cuneo e Fossano nel loro insieme contano circa 118 preti residenti e incardinati in diocesi di cui 52 sono parroci in carica, ma a preoccupare è l’età media: soltanto 21 hanno meno di 50 anni, mentre oltre la metà (66 su 118) è over 70, di questi ultimi 28 hanno più di 80 anni. È evidente che le prospettive di ridimensionamento per i prossimi cinque anni obblighino a ripensare il modo di vivere le comunità così come oggi le conosciamo. “Le prospettive di un ulteriore drastico ridimensionamento del clero nei prossimi 5 anni obbligano a rivedere e riorganizzare continuamente la presenza dei preti e dei diaconi nelle zone pastorali – ha concluso monsignor Delbosco -. Spingono le comunità a interrogarsi su come sviluppare collaborazione e corresponsabilità, per essere comunità vere, dinamiche e attive nella trasmissione della fede”.
Il Sinodo verrà avviato dal vescovo venerdì 28 maggio nella la Cattedrale di Santa Maria del Bosco di Cuneo, con la celebrazione di apertura del percorso di ascolto, incontro e discernimento proposto a tutti i fedeli tramite le assemblee sinodali, presiedute dal vescovo e dai 106 delegati, denominati sinodali, indicati dalle parrocchie e dalle unità pastorali delle due diocesi, come spiegato da Paola Dutto e Patrizia Degioanni, segretarie del Consiglio pastorale interdiocesano e componenti della segreteria per il Sinodo.
Nel corso della serata si terrà la firma dell’atto di indizione del Sinodo e il conferimento del mandato. Il percorso proseguirà con l’ascolto sul territorio e con le assemblee sinodali che si terranno periodicamente a partire dall’autunno 2021. Il cammino sinodale vedrà l’ascolto di tante voci di singoli e di comunità su quattro grandi temi: i cambiamenti epocali, l’organizzazione parrocchiale, la fede, la figura del prete, più un quinto scelto dai fedeli.
“Proprio l’ascolto di tante voci tiene aperto il percorso anche su nuovi temi che potranno essere ritenuti particolarmente attuali ed urgenti – ha concluso monsignor Delbosco – Il momento culminante sarà costituito da assemblee plenarie rappresentative di tutti i fedeli, chierici e laici. In questi mesi ci confronteremo per proporre percorsi nuovi, che aiutino i cristiani e le loro comunità ad essere soggetti di umanizzazione nell’epoca contemporanea”.
La preparazione del Sinodo è stata avviata con una fase di ascolto, che ha avuto il suo momento inaugurale domenica 4 ottobre 2020, mediante la proposta di celebrazioni in ogni zona pastorale delle due diocesi. Il Sinodo si concluderà con un libro scritto dal vescovo che conterrà gli orientamenti per il futuro. Una volta unite le due realtà la nuova diocesi coprirà 1850 km quadrati di superficie con 115 parrocchie (al netto dei possibili tagli) e oltre 157 mila abitanti.
Samuele Mattio
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