Carlo Calenda presenta il libro “La libertà che non libera” e incontra i candidati di Centro per Cuneo
Domenica 29 maggio, presso la Sala San Giovanni di via Roma, il leader di Azione ha tenuto un monologo di fronte ad un pubblico numeroso e attento“La patria si sente conoscendone la storia, i tesori, la cultura, impegnandosi in prima persona. Per me l’esercizio della politica è un dovere morale. Al contrario, non seguire la politica è immorale”. Sono parole appassionate quelle dette da Carlo Calenda, europarlamentare e leader di Azione, domenica 29 maggio in occasione della presentazione del suo ultimo libro a Cuneo “La libertà che non libera” (edito da La Nave di Teseo). Tanti i temi trattati dal segretario nazionale di Azione in un monologo di oltre due ore presso la splendida Sala San Giovanni: amministrative, cittadinanza attiva, economia, filosofia politica, Norberto Bobbio, Cicerone, giovani e impegno civile, pericoli della Rete, Europa, economia, guerra Ucraina-Russia, Draghi, liberalismo e laicità.
Il pubblico presente, circa 400 persone accreditate, era attento e incantato di fronte alla sicurezza di analisi trasmessa dall'ex ministro dello Sviluppo economico dei Governo Renzi e Gentiloni. Classe 1973, romano doc, dirigente d’azienda, è stato il candidato più votato del Pd alle scorse elezioni europee. A Cuneo viene spesso per due motivi, come spiega lui stesso, per Enrico Costa il deputato monregalese tra i primi ad aderire ad Azione ma, soprattutto, per il legame affettivo che lo lega al nostro territorio: ”Circa 30 anni fa mi fidanzai con mia moglie a una festa di amici proprio a Dronero".
Il leader di Azione ha raccontato al pubblico cuneese la sua visione della politica: “Seguo i principi di coerenza e verità che, come diceva Bobbio, sono la religione dei laici. Purtroppo invece, molti italiani mancano di questi principii e hanno il vizio, molto spesso, di dimenticarsi per chi hanno votato. In campagna elettorale per le amministrative di Roma – ricorda con un pizzico di malcelata ironia Calenda - non incontravo nessuno che ammettesse di aver votato per la Raggi cinque anni prima. Eppure al ballottaggio prese oltre il 60%. E parliamo di un movimento per il quale uno vale uno, le competenze non esistono, viene messo in dubbio tutto, perfino le bare di Bergamo”.
Dal pubblico Matteo, un giovane ragazzo di Mondovi, gli chiede: cosa cambierebbe nella scuola? “L’educazione scolastica dovrebbe pensare a formare i cittadini di domani. Bisogna assolutamente tornare al senso dei valori, a una scuola basata su un’educazione del sapere, una scuola capace di fornire un bagaglio di conoscenze che servano a prescindere da quello che un giovane andrà a fare nella vita”. Poi pone l’attenzione sul rapporto tra giovani e Rete: “I cellulari non dovrebbero essere dati ai nostri bambini troppo presto. Come non dovremmo permettere loro la visione di determinati contenuti stupidi e pericolosi che girano in rete. Se dalla mattina alla sera permettiamo ai nostri figli di vedere gente che compie atti assurdi e violenti, come possiamo stupirci se poi replicano quelle scene nella loro realtà quotidiana?”.
Un frate francescano gli pone una domanda complessa sulla sinergia tra mondo cristiano e mondo laico e Calenda risponde dando l’idea di essere un ‘ateo devoto’: “Io non credo ma il Salmo di Davide è uno dei testi che rileggo nei momenti più difficili della mia vita - ammette - per me le radici cristiane non sono soltanto una base religiosa ma, soprattutto, un fondamento culturale della nostra società”.
A margine dell’evento il leader di Azione ha incontrato anche i candidati della lista civica Centro per Cuneo che hanno aderito al suo progetto. Presenti, tra gli altri, Davide Dalmasso, Luca Serale, Maria Luisa Martello, Cristina Clerico, Maria Laura Risso, Vincenzo Colucci, Piergiuseppe Costantino.
Chiara Carlini
CUNEO carlo calenda