Carne sintetica, Coldiretti Cuneo plaude allo stop del Senato
Nella Granda la mobilitazione dei coltivatori ha raccolto oltre 15.000 firme. Il ddl approvato vieta la produzione di alimenti e mangimi artificiali, ma non la ricercaIl via libera dell’aula del Senato al disegno di legge sui cibi sintetici è sostenuto da 3 italiani su 4 (74%) che esprimono una opinione e si dichiarano contrari al consumo di latte, carne e pesce prodotti in laboratorio. È quanto afferma la Coldiretti, sulla base dei dati Notosondaggi, nel commentare positivamente l’approvazione a Palazzo Madama con 93 voti favorevoli, 28 contrari e 33 astenuti del ddl che vieta la produzione, l’immissione sul mercato e l’importazione in Italia di alimenti e mangimi artificiali ma non la ricerca.
Una risposta alla grande mobilitazione della Coldiretti che ha portato alla raccolta di oltre 2 milioni di firme a sostegno del provvedimento, con oltre 2.000 Comuni che hanno deliberato a favore spesso all’unanimità, tutte le Regioni oltre a Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei e Sindaci. Anche nella Granda la petizione Coldiretti ha raccolto un consenso trasversale, con oltre 15.000 cittadini firmatari; hanno espresso il “no” al cibo sintetico il Consiglio Provinciale, il 60% dei Comuni cuneesi di ogni colore politico ed esponenti di ogni schieramento.
È nata peraltro un’inedita, larga e composita alleanza per reclamare la difesa della cultura del cibo di qualità e spingersi contro quello artificiale e sintetico, di cui fanno parte Acli, AcliTerra, Adusbef, Anpit, Asi, AssoBio, Centro Consumatori Italia, Cia, Cna, Città del Vino, Città dell’Olio, Codacons, Codici, Consulta Distretto del Cibo, Ctg, Coldiretti, Demeter, Ecofuturo, Ewa, Federbio, Federparchi, Fipe, Fondazione Qualivita, Fondazione Una, Fondazione UniVerde, Globe, Greenaccord, Gre, Italia Nostra, Kyoto Club, Lega Consumatori, Masci, Movimento Consumatori, Naturasi, Salesiani per il sociale, Slow food Italia, Unpli, Wilderness.
Il voto del Senato - evidenzia Coldiretti Cuneo - riprende i dubbi espressi nel primo Rapporto FAO-OMS sul cibo a base cellulare, definizione considerata più chiara rispetto al termine “coltivato” (ad esempio “carne coltivata”), preferito invece dalle industrie produttrici ma ritenuto essere fuorviante dalle due Autorità. Dalle allergie ai tumori sono 53 i pericoli potenziali per la salute legati ai cibi prodotti in laboratorio individuati nel documento.
“Il nostro Paese, leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, ha la responsabilità di fare da apripista - dichiara il presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada - nelle politiche di tutela della salute e dell’ambiente. La diffusa diffidenza conferma la necessità di rispettare il principio di precauzione di fronte ad una nuova tecnologia con molte incognite che rischia di cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda”. “Proprio per questo - aggiunge il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu - la sfida che la Coldiretti lancia alle istituzioni europee è che i prodotti in laboratorio nei processi di autorizzazione non vengano equiparati a cibo, bensì ai prodotti a carattere farmaceutico”.
c.s.
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