Cascina Vecchia, i dubbi delle opposizioni: “Lavori interni mai iniziati, si rischia il degrado”
Boselli (Indipendenti) contro il Comune: “Situazione ridicola”. L’assessore Clerico: “Nessun rischio di ammaloramento, con Baladin c’è interlocuzione”Dall’entusiasmo allo smarrimento nel giro di sei mesi, con incertezze sempre più grandi sul destino di Cascina Vecchia. Non più tardi dello scorso ottobre i consiglieri visitavano il cantiere, accompagnati da Elio Parola di Open Baladin, toccando con mano il recupero imminente del complesso di San Rocco Castagnaretta. Unico esempio di architettura rurale sull’altipiano risalente al XV secolo: nell’edificio più antico sarebbe dovuto sorgere il “museo vivente” dell’agricoltura, nell’altro il locale.
“Questo dovrebbe diventare un grande centro di aggregazione: cerchiamo posto per le auto dei visitatori che arriveranno” diceva allora l’assessore ai Lavori pubblici Luca Serale. A febbraio la disdetta dei privati, caduta come un fulmine a ciel sereno o quasi: “Un discorso esclusivamente economico” ha spiegato l’ad di Open Baladin Cuneo. Già, perché nel frattempo è subentrato un problema che nessuno aveva messo in conto all’inizio dei lavori, nell’ormai lontano 2020. Ovvero la “tegola” della concessione di Tettoia Vinaj, l’attuale sede cuneese del ristopub: 120mila euro da corrispondere al Comune ogni anno. Questa volta per davvero, a differenza di quanto avvenuto nella precedente gestione.
Come il battito d’ali della farfalla in Brasile che provoca un tornado in Texas, per riprendere il celebre paradosso di Edward Lorenz, a Cuneo gli sconquassi di piazza ex Foro Boario hanno scompaginato i piani per Cascina Vecchia. E adesso altro che operatività “entro maggio 2025”, come annunciava l’assessore alla Cultura Cristina Clerico, che oggi è la prima a chiedere di non mettere il carro davanti ai buoi: “Si è in una fase di interlocuzione volta a comprendere bene la posizione del concessionario” dice, rispondendo a Giancarlo Boselli (Indipendenti).
L’esponente dell’opposizione, dal canto suo, taccia il municipio di scarsa lungimiranza: “Per l’ennesima volta l’amministrazione si è messa nella situazione di non avere in mano leve efficaci di contrattazione. Una situazione ridicola, nella quale l’assessore dice che siamo fermi in attesa di capire meglio, attraverso i legali, cosa mai si possa fare: la realtà è che non lo sappiamo in base alle carte che abbiamo firmato”. C’è un investimento pubblico di due milioni e mezzo da difendere, ricorda Boselli, che aggiunge: “Sarebbe opportuno chiarire per quale motivo siano state fatte modifiche contrattuali, in assenza di certezze sui lavori interni che forse non sono mai stati iniziati”. Si allude a una modifica stipulata lo scorso anno, con cui si stabiliva che il canone non sarebbe stato versato fino a quando la struttura non fosse stata operativa. Ma l’addendum, replica l’assessore, “è nell’interesse dell’ente, perché ha fatto seguito a lavori ulteriori che sono stati eseguiti ed era normale avvenisse prima dell’intervento del concessionario”.
Dai presunti “buchi” contrattuali a quelli fisici che Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) ricorda di aver notato durante il sopralluogo in commissione: “Abbiamo avuto modo di constatare che l’area era abbandonata, per il fatto che non erano stati terminati i lavori interni se non quelli in capo al nostro ente. Ricordo che in un punto si vedeva addirittura un buco nel muro dal quale si poteva guardare fuori: le infiltrazioni possono danneggiare ancora di più il fabbricato, quindi potrebbero aumentare i costi”. Un analogo rischio è paventato da Franco Civallero (Forza Italia) che rilancia la mediazione: sedersi al tavolo con Baladin e convincere la società a non abbandonare il progetto. “Vediamo se aiutandoli possiamo riportarli al punto” suggerisce l’ex candidato sindaco: “Se non va avanti il Baladin, Cascina Vecchia diventerà una cattedrale nel deserto, poi ci lamenteremo del degrado”. Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) parla di una questione strutturale nel funzionamento della macchina comunale: “Questi problemi si ripetono tutte le volte che si presenta un grande progetto. È successo sul Foro Boario e sull’Agorà”.
L’assessore dal canto suo prova a sgombrare il campo dai timori: “La struttura non corre alcun tipo di rischio di ammaloramento, non ci sono ‘buchi’. È stata recuperata in modo assolutamente congruo dopo decenni di abbandono”. Oltre a questo, aggiunge, “non c’è alcun nesso giuridico tra le concessioni Cascina Vecchia e Tettoia Vinaj: vero è che il concessionario è la stessa società e quindi i ragionamenti che fa la società sono unitari, mentre per il nostro ente sono e restano due”. L’interlocuzione prosegue: “Appena ci sarà la possibilità di una discussione che riguardi l’indirizzo politico, arriveremo in commissione”.
Andrea Cascioli

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