Caucino: ''La nuova legge sulla casa è del tutto in linea con la norma statale''
L'assessore al Welfare regionale Caucino replica puntuta alle critiche del consigliere Sarno: ''Studi di più''"A volte capita che la legittima voglia di apparire, il troppo entusiasmo unito all'incompetenza giuridica, producano effetti paradossali. In altre parole, figuracce che, con un minimo di studio in più, sarebbero del tutto evitabili". A cadere nella trappola secondo l’assessore regionale al Welfare con delega alla Casa, Chiara Caucino, sarebbe stato il consigliere regionale Diego Sarno che, attraverso i media, ha attaccato a testa bassa la nuova legge sulla Casa della Regione, accusandola di non essere in linea con la normativa nazionale. Sarno ha parlato di "impreparazione e incompetenza", riferendosi al diniego, contenuto in legge, agli stranieri non provenienti dall’Unione Europea, di accedere alla casa popolare se non regolarmente soggiornanti in Italia in base alle leggi in tema di immigrazione o senza un lavoro. Per il consigliere tutto questo sarebbe in conflitto con il decreto legislativo 25 luglio 1998 n.286, in particolare con il sesto comma dell'articolo 40. "Peccato - prosegue l'assessore - che a Sarno sia sfuggito un "piccolo dettaglio". Che quella norma è stata superata. E che quella attualmente in vigore dice ben altro".
Il consigliere Sarno è stato quindi, con tutta probabilità, tradito dalla scarsa conoscenza dei meccanismi legislativi statali e regionali. E così quello che avrebbe voluto essere un attacco ferale alla nuova legge sulla Casa si è rivelato un boomerang. "Sarno infatti - spiega Caucino - magari distratto da altre attività certamente più “rilassanti” - tra le quali magari la promozione, sui propri canali social, della cannabis light, definita “legale e distensiva” - ha fatto una grave confusione dimenticando la “nuova”, si fa per dire, norma del 2002, la legge n.189, che aggiorna, tra le tante modifiche alle regole sull'immigrazione, "quel" sesto comma». Il quale prevede che, per poter accedere all’edilizia popolare, gli stranieri extra Ue in Italia debbano avere, esattamente come dice il Piemonte, almeno due anni di permesso di soggiorno e un contratto di lavoro autonomo o subordinato". "Non solo - prosegue Caucino -. Sarno, nel dubbio, avrebbe dovuto ricordarsi che ogni norma passa al vaglio del settore Legislativo della Regione, che ne verifica puntualmente la costituzionalità e la compatibilità con le norme nazionali".
Uno scivolone, quindi, "che ovviamente può essere mitigato dall’attenuante dell’inesperienza, dovrebbe suggerire, per il futuro, al collega, maggiore prudenza e magari una telefonata o un passaggio formale per evitare di diffondere fake news e per verificare la fondatezza delle sue, in questo caso del tutto strumentali e fuori luogo, accuse".
Redazione
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