Cedric Herrou vince la sua battaglia: aiutare i clandestini non è reato (almeno in Francia)
Lo ha stabilito il Consiglio costituzionale transalpino, sollecitato dal contadino di Breil che negli ultimi anni ha dato sostegno a decine di migranti sul confine italo-franceseAiutare in maniera disinteressata migranti clandestini non è un reato, almeno in Francia. Lo ha stabilito il Consiglio costituzionale francese, sollecitato da Cedric Herrou, l'agricoltore che aveva chiesto l'abolizione del “reato di solidarietà” dopo essere stato condannato per aver offerto sostegno e aiuto ad alcuni richiedenti asilo in valle Roya, sul confine italo-francese.
Il procuratore di Nizza aveva chiesto per il trentasettenne una sanzione di 3 mila euro e 8 mesi di reclusione con la condizionale, oltre alla confisca del mezzo con il quale Herrou aveva trasportato centinaia di migranti dall'Italia alla Francia e alla limitazione dell'uso della sua patente di guida per il solo esercizio della sua professione. Dal 2011, anno in cui si è trasferito a Breil sur Roya, Herrou ha dato aiuto e ospitalità a tantissimi migranti nel suo podere, dove ha allestito un vero e proprio “accampamento”, tanto da meritarsi l'appellativo di “Robin Hood dei migranti”. Tra le accuse mosse nei suoi confronti l'aver ospitato i profughi in centri inidonei e aver favorito la circolazione di migranti irregolari, reati per i quali rischiava fino a otto anni di carcere.
Il Consiglio costituzionale transalpino, però, ha dato ragione all'agricoltore stabilendo che l'aiuto disinteressato al “soggiorno irregolare non è passibile di conseguenze giuridiche”, in nome del “principio di fratellanza”. "Dal principio di fraternità - si legge nella decisione dei giudici francesi - deriva la libertà di aiutare gli altri, a fini umanitari, indipendentemente dalla regolarità della loro permanenza nel territorio nazionale". Per consentire al legislatore di porre rimedio all'incostituzionalità accertata, la Corte ha rinviato al primo dicembre 2018 la data di abrogazione delle disposizioni contestate.
Una sentenza, quella del Consiglio parigino, che arriva in un momento di forte scontro Italia-Francia sul tema dei migranti, e che potrebbe in qualche modo influenzare il modo di affrontare il fenomeno da parte dei francesi.
a.d.
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