Che fine ha fatto la Cuneo-Mondovì? La ferrovia resta un sogno e il degrado imperversa
“Per qualcuno è un tema ideologico” dice il sindaco di Beinette: intanto anche gli edifici vanno in rovina. L’inserimento nelle linee storiche? Non ha cambiato nullaSulla ex ferrovia Cuneo-Mondovì nulla si muove. Certo non i treni, la cui circolazione è sospesa dal 2012 per decisione della giunta regionale di centrodestra allora guidata da Roberto Cota. Ma nemmeno le idee su come recuperare quel “binario morto”, di cui pure molto si è parlato in quest’ultimo decennio.
Torna a farlo, con amarezza, il sindaco di Beinette Lorenzo Busciglio che già nell’estate del 2020 un’idea l’aveva avanzata: una pista ciclabile al posto delle rotaie lasciate lì ad arrugginire. La proposta per la verità ha suscitato scarso entusiasmo, sia da parte delle altre amministrazioni che delle associazioni ambientaliste. A Cuneo, ancora lo scorso anno, si parlava di perorare una riattivazione “light” della linea: dal capoluogo a Mondovì con una sola fermata intermedia, quella di Beinette appunto.
E adesso? “Ogni anno è sempre peggio” ribatte Busciglio, che ammonisce i “vicini di casa”: “Il sogno della ferrovia, evocato nel consiglio comunale di Cuneo nell’estate del 2020, quando all’ordine del giorno vi era la proposta beinettese di trasformare in modo reversibile la tratta ferroviaria Cuneo-Mondoví in pista ciclabile, si sta trasformando in un incubo”. L’inutilizzo dell’infrastruttura e l’assenza di un presidio costante sulla linea stanno trasformando irrimediabilmente l’area “in una landa desolata, piena di rovi e di rifiuti”. La cosa peggiore, nota ancora il primo cittadino di Beinette, “è che gli edifici un tempo a servizio della linea si stanno deteriorando a vista d’occhio. È molto deprimente vedere edifici storici, con un certo pregio architettonico, lasciati andare così. Il Comune di Beinette sta valutando l’utilizzo in comodato d’uso del magazzino, ma rispetto a qualche anno fa i lavori da fare per renderlo agibile sono diventati più gravosi”.
Da più di un anno la tratta Cuneo-Mondovì è stata inserita nell'elenco delle linee storiche, ma la situazione è restata la stessa: “Anzi, come pensavamo, è peggiorata perché si è anestetizzato il problema mettendo una pietra tombale sul dibattito in merito a possibili utilizzi alternativi della linea”.
Una parte di responsabilità, conclude Busciglio, ce l’ha chi vorrebbe mantenere l’obiettivo della riattivazione del trasporto ferroviario a tutti i costi: “Nel corso di questi anni ho capito che la ferrovia è rimasta un tema ‘ideologico’: molto spesso, chi ne parla lo fa per dare voce a propri principi e valori, sacrosanti, per carità, ma bisognosi comunque di una contestualizzazione nella realtà locale. Nessuno è contrario al treno in termini generali, ci mancherebbe! Ma, se si conoscono i costi del servizio su ferro rispetto a quelli su gomma, l’utenza potenziale della linea in assenza di stravolgimenti del trasporto pubblico locale, le caratteristiche stesse della linea che non entra mai, se non a Beinette, nel centro urbano dei comuni coinvolti, il fatto che la stessa non sia stata inserita nell’ultimo contratto di servizio della Regione Piemonte e neanche in una linea di investimento del PNRR, non si può che concludere che questa linea ferroviaria molto facilmente, anzi quasi sicuramente, non aprirà più nei prossimi decenni”.
Redazione
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