Checché se ne dica non è un paese per vecchi: nella Granda vive meglio chi ha meno di 35 anni
L'analisi del Sole 24 Ore sulla qualità della vita riserva sorprese. Ma la provincia Granda non sfugge dalla regola degli 883: "Due discoteche, centosei farmacie"Checché se ne dica in provincia di Cuneo stanno meglio i giovani che gli anziani. Almeno secondo un’analisi del Sole 24 Ore, basata su 12 parametri statistici forniti da Istat, Miur, Centro studi Tagliacarne, Iqvia e presentata in occasione del Festival dell’Economia di Trento. Il quotidiano economico si è chiesto quali fossero le migliori province in termini di qualità della vita per bambini, giovani e anziani. Sul gradino più alto del podio troviamo così Aosta per i più piccoli, Piacenza per i giovani e Cagliari per gli anziani.
E Cuneo? Non è un paese per vecchi. Per qualità della vita degli under 35 si piazza al 35esimo posto tra le province italiane. Tra i valori più positivi il 7° posto assoluto per il basso tasso di disoccupazione giovanile, il 15° per la quantità di aree sportive, il 16° per l’irrilevante tasso migratorio verso altre province e il 34° per la presenza di imprese con un titolare under 35. Nelle noti dolenti figurano la scarsa presenza di luoghi di aggregazione come bar e discoteche (al 97° posto in Italia, mentre la “vicina” Savona è al primo in Italia, con l’altra confinante ligure Imperia al terzo). Per citare gli 883 nella loro "Per un deca": "Due discoteche, centosei farmacie". Male anche la scarsità di imprese che fanno e-commerce (97° posto) e la bassa presenza di laureati (88°).
Va peggio agli over 65. A dispetto di quanto si dice nei pochi (sic) bar della Granda gli anziani non se la passerebbero così bene, almeno non al di sopra di quella che è la media italiana. Per quanto riguarda la qualità di vita dei cuneesi in età da pensione, la nostra provincia si colloca al 53° posto. Tra i dati positivi l’alta presenza di biblioteche (7° posto in Italia) e il basso consumo di farmaci per malattie croniche (15° posto), mentre in negativo si osserva un elevato consumo di farmaci per depressione (84° posto) e una bassa spesa degli enti pubblici per l’assistenza domiciliare (94°).
Nella parte di sinistra della classifica, seppur di poco, anche la qualità di vita dei bambini con meno di dieci anni (48° posto). Tra i dati più sconfortanti il basso numero di pediatri in relazione ai residenti under 14 e la scarsa presenza asili nido dedicati ai bambini al di sotto dei due anni. Segnalano invece trend positivi l’alto numero medio di figli per donna (6ª posizione in Italia), l’elevato spazio abitativo (11° posto nazionale) e il basso tasso di delitti denunciati a danno di minori (13ª posizione).
s.m.
CUNEO cuneo - Il Sole 24 Ore