Chiare, fresche e dolci Acda: Cuneo si interroga sul futuro della società di servizi idrici
La sindaca Manassero indica la linea: nessun arretramento sull’acqua pubblica. Il Centro punta alla presidenza, dove Delfino potrebbe sostituire il dem QuarantaÈ tempo di rinnovo delle cariche di vertice per l’Acda e in molti, pare, vorrebbero dissetarsi alla fonte dell’“acqua del sindaco”. Della questione si è discusso nell’ultima seduta del consiglio comunale a Cuneo, con un’interpellanza rivolta da Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) proprio alla sindaca.
L’Azienda Cuneese dell’Acqua gestisce i servizi di 108 comuni della Granda su 3.975 chilometri, con 254.780 residenti. L’ultimo avvicendamento nell’organigramma risale al 2021, quando Beppe Delfino, ispiratore della lista Centro per Cuneo, è diventato amministratore delegato. Il presidente è Livio Quaranta, sindaco di Gaiola per un ventennio con il Pci e il Pds e figura di riferimento della sinistra nella partecipata.
Il rinnovo del vertice porta con sé varie incognite, anche perché si abbina a una successione che dovrà giocoforza arrivare nell’Ato, essendo stato eletto in Consiglio regionale l’attuale presidente ed ex sindaco saluzzese Mauro Calderoni. Con Quaranta, Calderoni e l’ex segretario provinciale Momo Di Caro in Cogesi il Pd aveva piazzato un “filotto” negli enti di gestione servizi idrici, guidando la difficile - e tuttora non completa - transizione all’acqua pubblica. È proprio questo a preoccupare di più Patrizia Manassero: “È sull’’ultimo miglio’ che si concentra molto la nostra attenzione” confida ai consiglieri.
“Noi - aggiunge - lavoreremo a tutela delle competenze e della rappresentanza del Comune di Cuneo, a tutela dell’obiettivo prioritario di non indebolire né l’azienda, né la posizione che abbiamo ottenuto per il raggiungimento dell’acqua pubblica”. Tutto ciò senza dimenticare che “oggi la governance della politica dell’acqua si è spostata da Acda a Cogesi: Acda gestisce la nostra infrastruttura idrica, sia potabile che di scarico, ma la strategia totale degli investimenti e delle tariffe passa oggi attraverso il ruolo che Acda ha in Cogesi”.
Questo per quanto riguarda gli obiettivi, ma le nomine? Sul punto la sindaca non scopre le carte. Lo statuto sociale dell’Acda, ricorda, “non prevede per Cuneo o altri comuni il diritto ad avere un componente in consiglio di amministrazione”. L’unica clausola è quella a tutela dei piccoli comuni, ai quali è assegnato il diritto di esprimere fino a due consiglieri. L’attuale presidente Quaranta è, per l’appunto, espressione dei consociati più piccoli. Nell’ultima assemblea si è deciso di allargare il consiglio di amministrazione a cinque elementi, con l’obiettivo, spiega ancora Manassero, di “garantire a tutti di avere voce nell’assetto della governance”.
“Le voci corrono” dice, sornione, Giancarlo Boselli (Indipendenti): “Ci sarebbe, dalla componente principale della maggioranza, la richiesta di avere la nomina alla presidenza”. In altre parole, sarebbero i centristi a rivendicare lo scranno più alto per Delfino: “Occorre che sull’Acda il Comune esprima, come azionista di riferimento, una governance importante” sottolinea Boselli. Analogo il monito di Sturlese: “Il mantenimento di strutture con determinate professionalità è estremamente importante. Chiedo che il criterio di competenza professionale continui a prevalere”. La sindaca, come detto, non si sbilancia su eventuali candidature: “Ne parleremo in maggioranza e sarà l’assemblea dei sindaci a identificare l’asset”.
Redazione
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