Cia Cuneo: “L’abbattimento dei cinghiali è iniziato, ma servono interventi più veloci”
Le valutazioni di Silvio Chionetti, vicedirettore e responsabile dell’area tecnica provinciale di CiaLa Peste Suina Africana (Psa), l’infezione virale che colpisce i cinghiali ed è molto pericolosa per i suini che possono contagiarsi e devono essere abbattuti, si è avvicinata pericolosamente alla “Granda”. Nelle scorse settimane, infatti, Saliceto - primo Comune del territorio provinciale - è stato inserito nella zona rossa II infetta in cui sono in vigore i divieti più stringenti (Restrizione II). Sono poi 19 i Comuni che fanno parte dell’area cuscinetto I confinante con la precedente e interessati dalle limitazioni della Restrizione I: Bergolo; Pezzolo Valle Uzzone; Cortemilia; Levice; Castelletto Uzzone; Perletto; Castino; Cossano Belbo; Rocchetta Belbo; Santo Stefano Belbo; Gottasecca; Monesiglio; Sale delle Langhe; Camerana; Castelnuovo di Ceva; Priero; Prunetto; Montezemolo e Perlo. La “Granda” conta il 70% degli allevamenti suinicoli del Piemonte, con quasi 700 aziende e un patrimonio di 900 mila capi. Di conseguenza, se il virus si diffondesse in ulteriori zone causerebbe al settore dei danni ingenti dal punto di vista economico e dell’immagine per un’eccellenza destinata anche alla produzione dei pregiati marchi italiani Dop come il prosciutto di Parma e il San Daniele. Inoltre, ne patirebbe il comparto turistico perché nella zona rossa non si possono praticare le attività outdoor, oltre ad essere vietata la cerca di tartufi e funghi e la raccolta di castagne e prodotti del sottobosco. Cosa si deve fare? Abbattere i cinghiali attraverso una selezione mirata. Però, il percorso è stato ed è ancora adesso difficile da mettere in atto. La Regione Piemonte attraverso il Priu - Piano regionale di interventi urgenti - e la Provincia di Cuneo con il Piano di contenimento dei cinghiali e il Regolamento per i compensi ai cacciatori abilitati a intervenire, hanno individuato un primo pacchetto di strategie per controllare la diffusione della Peste Suina Africana e per prevenirla con l’abbattimento degli ungulati nelle aree al di fuori delle zone di Restrizione I e II: cioè quelle ancora indenni dal possibile contagio provocato dal virus. Ma non solo. La Provincia di Cuneo ha istituito una cabina di regia, con il compito di riunirsi ogni settimana per il monitoraggio della situazione. Nei giorni scorsi il presidente Luca Robaldo ha convocato l’assemblea dei sindaci, con l’obiettivo di fare il punto sull’attuale stato dell’arte. Riunione alla quale hanno partecipato, in presenza o in collegamento video, il senatore Giorgio Bergesio, l’onorevole Chiara Gribaudo, il vicepresidente e l’assessore all’Agricoltura della Regione, Fabio Carosso e Marco Protopapa, i consiglieri regionali, Paolo Demarchi e Matteo Gagliasso, il Commissario straordinario per l’emergenza Psa, Vincenzo Caputo, i rappresentanti delle organizzazioni agricole, di Confindustria e del Servizio veterinario regionale.
Cosa dice Cia Cuneo
Le azioni intraprese dalla Regione e dalla Provincia sono sufficienti? Qual è il parere di Cia Cuneo? Risponde Silvio Chionetti, vicedirettore e responsabile dell’area tecnica provinciale dell’organizzazione agricola. Dice: “Sulla cabina di regia la valutazione è positiva, in quanto il monitoraggio continuo della situazione è fondamentale per assumere decisioni concrete quando si è in presenza di forti criticità da affrontare. Infatti, bisogna vigilare attentamente gli sviluppi, perché se l’infezione toccasse in modo massiccio la “Granda” provocherebbe un danno devastante per il comparto agricolo e, soprattutto, per quello suinicolo”. Obiettivi raggiunti? “Gli abbattimenti sono iniziati, adesso bisogna continuare su questa strada con molta determinazione”.
Servono altre azioni? “Dobbiamo chiedere alla Regione Piemonte di valutare alcune modifiche al Priu. Ad esempio come è stato fatto dalla Regione Liguria, anch’essa colpita dal virus, bisognerebbe che negli interventi di abbattimento dei cinghiali i cacciatori, per semplificare le battute, potessero avere i loro capisquadra come coordinatori della vigilanza sulle operazioni effettuate. Adesso il ruolo è affidato ai guardacaccia provinciali, ma essendo in pochi gli interventi diventano più complicati e meno veloci”.
c.s.
CUNEO Cia