Cia Cuneo: “Lo diciamo da anni, l’agricoltura ha l’acqua alla gola. Ma la politica non ascolta”
Il presidente provinciale Claudio Conterno commenta le proteste di ieri: "Se gli agricoltori vogliono farsi sentire devono trovare il coraggio di non consegnare i prodotti per dieci giorni"Le proteste degli agricoltori di questi giorni hanno anche messo sotto accusa le organizzazioni di categoria. Cosa dice la Cia Cuneo. Ne abbiamo parlato con il presidente provinciale Claudio Conterno. Afferma: “Gli agricoltori che protestano hanno perfettamente ragione e le loro ragioni sono le nostre, ma non devono prendersela con le associazioni categoria impegnate tutti i giorni in ogni azione possibile per tutelare il settore. Sono anni che diciamo alle Istituzioni, e in particolare ai Governi, che il mondo rurale è con l’acqua alla gola. Continuando a strozzare la gallina si arriva al punto in cui non potrà più produrre le uova. Però, la politica non ci ascolta”.
Cosa servirebbe nell’immediato? “L’Unione Europea e lo Stato italiano da sempre pensano che attraverso i contributi, come la Pac, si risolvano le difficoltà. Invece, uno dei problemi maggiori è con l’industria agroalimentare. Bisogna sedersi subito attorno a un tavolo per trovare un accordo che, partendo dai costi di produzione dell’agricoltore, oggi calcolabili in modo preciso, riconosca per ogni coltura o animale allevato un prezzo di vendita in grado di rendere l’azienda sostenibile a livello economico. Inoltre attraverso un accordo Stato-Regioni, e con il loro sostegno istituzionale, bisogna abbassare i tassi di interesse sui mutui agricoli: il solo modo per aiutare velocemente le aziende in difficoltà”.
Alternativa alle proteste? “Se gli agricoltori vogliono farsi sentire non devono portare i trattori in piazza, creando disagi ai cittadini, ma trovare il coraggio, tutti insieme, di non consegnare i prodotti per dieci giorni. A quel punto vediamo se il nostro comparto conta qualcosa oppure no”.
c.s.
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