Cibo sintetico, no unanime dei consiglieri cuneesi: “Non è sicuro (e nemmeno sintetico)”
Tutti i gruppi hanno sottoscritto l’ordine del giorno di adesione alla campagna di Coldiretti. D’Ulisse (Cuneo Solidale Democratica): “Possibili mutazioni genetiche”Il no al cibo sintetico compatta il Consiglio comunale di Cuneo. Nell’ultima seduta dell’assemblea civica tutti i gruppi di maggioranza e opposizione hanno sottoscritto l’ordine del giorno di adesione alla campagna che la Coldiretti sta portando avanti contro questa sperimentazione.
Varie le obiezioni esplicitate anche sul piano scientifico dalla capogruppo di Cuneo Solidale Democratica Stefania D’Ulisse, che ha illustrato l’odg unitario: “Si parla di cibo sintetico ma in realtà si tratta comunque di cibo di derivazione animale, prodotto da cellule staminali attraverso un processo di sintesi nei bioreattori. La cellula arriva in ogni caso o da una biopsia o dalla macellazione animale”. Negli Stati Uniti la Food & Drug Administration ha dato il via libera alle aziende per la creazione della cosiddetta “bistecca sintetica”, ma la sperimentazione potrebbe allargarsi anche a pesci e frutti di mare.
“La rottura del binomio cibo-natura inquieta e apre una serie di scenari ancora non definibili nemmeno dal punto di vista scientifico” aggiunge la consigliera D’Ulisse, che è anche medico ospedaliero: “Indurre la proliferazione cellulare partendo da cellule staminali e determinando una mitosi cellulare può portare a effetti mutageni, cioè a mutazioni genetiche di cui non conosciamo ancora gli effetti”. Questo senza considerare gli interrogativi sulla sostenibilità etica: “Se da un lato è vero che la produzione di cibo è responsabile per quasi 1/3 delle emissioni inquinanti, l’alternativa sostenibile non può essere la carne o il pesce prodotta in laboratorio”.
Sottoscrive le argomentazioni della collega un altro medico, il consigliere del gruppo misto di maggioranza Antonino Pittari: “Non vi sono ancora evidenze a lungo termine. Lo studio proteico di queste carni dimostra inoltre che non sono ricche come le altre. Sul piano alimentare e della sicurezza biologica ciò mi lascia molto perplesso”.
Andrea Cascioli
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