"Ciò che accade in Ucraina pone problemi che non sono stati affrontati in passato dall’Occidente"
Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni di un lettore: "Un errore pensare che con la fine dell’Unione Sovietica sarebbe finito quanto è nel dna della Russia da sempre"Riceviamo e pubblichiamo.
Quanto sta accadendo in Ucraina pone seri problemi che non sono stati affrontati in passato dall’Occidente in maniera adeguata. È stato un errore pensare che con la fine dell’Unione Sovietica sarebbe finito quanto è nel dna della Russia da sempre, ovvero propagarsi come potenza militare ed economica di valore globale e l’incapacità, da parte occidentale, di considerare la questione russa come prioritaria, ha fatto sì che si siano accese molte micce, dal Donbass alla Siria, che con l’invasione dell’Ucraina hanno visto la loro definitiva esplosione. Nell’immediato, è cruciale fare sì che in Ucraina le armi tacciano da ambo le parti, per evitare ulteriori spargimenti di sangue. Tuttavia, non ci si deve limitare ad un accordo che riguardi solo l’Ucraina, poiché la Russia non accetterà più di avere un ruolo subalterno nel mondo e difenderà gli interessi di ogni suo alleato in Europa, a partire dai Balcani, dove la miccia del nazionalismo è in agguato e in cui potrebbe scoppiare uno scenario pericoloso.
Un armistizio sulla Ucraina che duri qualche anno è insufficiente. Come europei serve una pace continua sul continente, che può essere trovata solo se si saprà fare un accordo globale che assicuri la sicurezza civile e militare da Lisbona a Vladivostok e riconoscendo da un lato, inevitabilmente, la Russia come potenza con cui dover fare i conti, e dall’altra l’assoluta inviolabilità delle frontiere europee, dal Baltico al mare Egeo, assicurando uno sviluppo economico che porti a emergere, anche in Russia, la classe media, elemento che assicura stabilità e relativa moderazione.
Se non si avrà un accordo globale, che prenda atto della fine di trenta anni di globalizzazione non molto riuscita, prima o poi lo scontro fatale Europa Russia avverrà e tutti noi dovremmo temerne le conseguenze, molto superiori rispetto a quanto sta avvenendo ora nella tragedia ucraina.
Lorenzo Pallavicini
Redazione
CUNEO Ucraina