Cirio chiede al Governo "regole di buonsenso": "Difficile farle rispettare se non vengono capite"
Il presidente della Regione Piemonte è intervenuto nell'appuntamento inaugurale del festival "Connessioni": "Va trovato l'equilibrio tra le esigenze economiche e di vita e quelle sanitarie"“Per quanto riguarda le riaperture mi aspetto che prevalga un criterio di buonsenso: le regole per essere rispettate devono avere condivisione sociale, vanno spiegate e vanno capite, altrimenti si creano situazioni poco comprensibili”. Lo ha detto il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, intervenuto stamattina, venerdì 16 aprile, nell’appuntamento inaugurale del festival “Connessioni” andato “in onda” sui canali Facebook e YouTube dell’evento. Intervistato da Massimo Mathis, responsabile della redazione di Cuneo de “La Stampa”, Cirio ha fatto il punto della situazione in vista dell’allentamento delle misure anti Covid atteso per le prossime settimane, sul tavolo del confronto Governo-Regioni negli ultimi giorni: “Dobbiamo trovare l’equilibrio tra le esigenze economiche e di vita e quelle sanitarie: sappiamo che le persone sono provate da quest’ultimo anno, ma non dobbiamo dimenticare che la situazione è seria, non si può scherzare. Ancora oggi abbiamo 3 mila piemontesi ricoverati nei nostri ospedali. Come Regioni abbiamo chiesto al Governo regole di buon senso: diventa sempre più difficile far rispettare norme che non vengono capite”.
Per quanto riguarda i vaccini, all’indomani della visita in Piemonte del Generale Figliuolo, l’ex europarlamentare albese ha fissato gli obiettivi: “Miriamo ai 40 mila vaccini al giorno entro il mese di maggio, significherebbe vaccinare tutta la popolazione piemontese entro fine estate. Il problema, però, restano sempre le forniture: ieri dovevano arrivare 25 mila dosi di AstraZeneca, ne sono arrivate 11.200, qui in Piemonte le somministriamo in mezza giornata. Il blocco statunitense al vaccino Johnson&Johnson ci mette in difficoltà, speriamo si possa compensare con le nuove forniture di Pfizer”.
Cirio ha poi ribadito la sua posizione sull’idea delle “isole Covid free” di cui si è parlato nei giorni scorsi: “Il turismo è la prima industria del paese, non solo in Puglia e in Sicilia ma anche in Piemonte. Credo sia sbagliato usare la parola “isole” Covid free: è un sistema che può funzionare, ma deve essere applicato ad aree geografiche, non solo alle isole”.
Sulla scuola, Cirio ha spiegato che “le istituzioni hanno un credito nei confronti dei giovani. Credo fosse corretto mantenere sempre in presenza elementari e prime medie. Non dobbiamo però condannare la Dad, è stata un mezzo importante in un momento di difficoltà. Non è paragonabile alla scuola in presenza, ma è un’esperienza che non va cestinata”.
Su un eventuale ritorno della provincia di Cuneo in zona arancione già da domani, nel caso in cui i dati odierni portassero l’incidenza settimanale sotto i 250 nuovi casi ogni 100 mila abitanti, il presidente della Regione Piemonte non si è sbilanciato: “Al di là del valore in sè, è importante la tendenza della provincia di Cuneo, che vede da alcuni giorni una costante diminuzione”. Cirio ha inoltre spiegato che il dato dell’incidenza ricavato dai bollettini regionali può differire di qualche punto da quello preso in considerazione dalla Protezione Civile: i nuovi casi giornalieri pubblicati dalla Regione si riferiscono infatti ai tamponi processati nelle ultime 24 ore, mentre l’Istituto Superiore di Sanità effettua un passaggio ulteriore, attribuendo ogni singolo tampone al giorno esatto in cui è stato eseguito. In ogni caso, con un dato intorno ai 204 nuovi casi oggi l’incidenza settimanale della provincia di Cuneo dovrebbe scendere sotto la soglia fissata a 250 nuovi contagi settimanali ogni 100 mila abitanti.
Andrea Dalmasso
CUNEO Alberto Cirio - connessioni