Cirio: "Il vero problema della sanità pubblica è la mancanza di personale"
Il governatore all'inaugurazione del reparto emodialisi dell'ospedale Martini: "Difficile recuperare in poco tempo ciò che è stato trascurato per decenni, ma non deve essere un alibi""Il vero problema della sanità pubblica riguarda la mancanza di personale: recuperare in poco tempo ciò che purtroppo è stato trascurato per decenni è difficile, ma questo non deve diventare un alibi per non farlo. Anzi deve essere uno stimolo per fare di più”. Lo ha detto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, intervenuto ieri all'inaugurazione del nuovo reparto di emodialisi dell'ospedale Martini di Torino. Le sue dichiarazioni sono state riportate dall’Ansa.
"È il motivo - ha sottolineato Cirio - per cui con tutte le organizzazioni sindacali abbiamo definito la nascita di un osservatorio che ci aiuti quotidianamente a monitorare la situazione. Stiamo lavorando con il ministero dell'Università: quest'anno saranno 20 mila i ragazzi che potranno iscriversi a medicina contro i 15 mila dell'anno passato. È evidente che sono ragazzi che vedremo medici fra parecchi anni, per cui non risolviamo il problema nell'immediato ma partiamo per invertire questa tendenza”.
"Stiamo agendo anche - ha spiegato Cirio - attraverso risorse aggiuntive attraverso i fondi europei Fsc, con un piano per riportare all'interno tanti servizi che la sanità ha dato all'esterno. Il Piemonte spende 140 milioni di euro ogni anno per questi servizi esternalizzati, ma ha senso che stiano all'esterno solo quando davvero c'è una convenienza economica forte, diversamente è bene che ritornino all'interno della sanità pubblica. Un piano razionale che li mantenga solo dove conviene è fondamentale, ed è un tema sul quale abbiamo condiviso un percorso comune con i sindacati”.
"C'è poi l'argomento specializzandi - ha detto ancora Cirio - sul quale c'è un dibattito a livello nazionale. In Piemonte gli specializzandi sono più di 3 mila: probabilmente in questo momento di emergenza ragionare con l'Università di un lavoro comune che veda questi medici più partecipi della vita della sanità pubblica piemontese può essere una soluzione. Noi ci crediamo molto, e ci stiamo lavorando con impegno e determinazione".
Redazione
CUNEO sanità