Cirio sul controllo della temperatura agli studenti: ''Non mi sembra si stia chiedendo la luna''
Il presidente della Regione risponde alle esternazioni del direttore dell'Usr. ''Se c'è qualcuno di 'tardivo' non è certo la Regione''Il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha risposto a stretto alle esternazioni dell’Ufficio scolastico regionale sull’obbligo per le famiglie di segnare sul diario, o su appositi moduli, la temperatura dei figli studenti (se non lo faranno dovrà farlo la scuola). “Si tratta di un’iniziativa tardiva e impropria – aveva attaccato Fabrizio Manca, direttore generale dell’Usr Piemonte – che costringe le scuole a rivedere i piani organizzativi a pochi giorni dalla riapertura”.
“Da settimane chiedo al Governo che la febbre venga misurata a scuola e, da settimane, ripeto che se non fossero intervenuti da Roma lo avrei fatto io con una ordinanza, che volevo formalizzare già un mese fa - ha detto il Governatore -, ma l’Usr ha chiesto alla Regione di attendere l’indicazione nazionale. Per rispetto istituzionale l’ho fatto, ma non accetto che ora si accusi la Regione di un ritardo. Perché dopo mesi per prepararsi, in cui l’unica priorità doveva essere la ripartenza dell’anno scolastico, le linee guida nazionali sono arrivate solo alla fine di agosto”.
“Per tutta l’estate i nostri dirigenti scolastici e i nostri sindaci hanno lavorato ininterrottamente per inventare soluzioni che nessuno aveva indicato loro - ha aggiunto Cirio -. Si sono improvvisati geometri e ingegneri. Ora mancano quattro giorni all’inizio della scuola e non c’è ancora certezza sugli insegnanti che servono per completare l’organico, sui banchi, sulle mascherine chirurgiche che il Governo ha previsto che le scuole consegnino tutte le mattine. La Regione Piemonte ha anche stanziato 500 mila euro per aiutare le sue scuole a comprare termometri e termoscanner che sarebbe stato compito del Ministero far avere ai territori”.
“Se c’è qualcuno di “tardivo” - evidenzia il Governatore - non è certo la Regione. Trovo assurdo che, nel mezzo di una pandemia che ha messo in ginocchio il mondo intero, si stia a discutere della richiesta di controllare ogni giorno che la temperatura venga indicata sul diario, oppure su un foglio, sul registro elettronico, in una chat di classe o con qualsiasi altro mezzo comodo e facile scelto dalla scuola. Non mi sembra che si stia chiedendo la luna, visto che in gioco c’è la salute dei nostri figli e dei loro nonni, che sono le persone con cui trascorrono molto del loro tempo. In un Paese normale la temperatura la rileverebbe la scuola all’ingresso, come stanno facendo da mesi gli uffici pubblici e le aziende”.
“Abbiamo da affrontare mesi difficili e le energie sarebbe opportuno usarle per cose più utili di polemiche strumentali - conclude Cirio -. Mi conforta, però, sapere che molte scuole e molti comuni, a prescindere dalle lungaggini burocratiche ministeriali, si sono già organizzati per la rilevazione della temperatura a scuola, dimostrando di avere più buon senso di chi decide a Roma”.
Redazione
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