Coldiretti all'attacco: "Inadeguate le proposte della Regione contro la Peste Suina Africana"
L'associazione di categoria chiede azioni immediate e straordinarie: "Servono nuove regole per salvare gli allevamenti suinicoli"Per contenere il numero di cinghiali e bloccare il diffondersi della Peste Suina Africana in Piemonte, Coldiretti chiede immediatamente un intervento straordinario che superi le proposte insufficienti dell’assessorato regionale all’Agricoltura.
“Come indicato dal Ministero della Salute, un efficace depopolamento si raggiunge quando vengono abbattuti il doppio dei cinghiali rispetto ai dati dell’ultimo anno. Questo per il Piemonte significa arrivare, al più presto, a circa 50.000 cinghiali da abbattere: un obiettivo raggiungibile solo con regole nuove e omogenee in tutta la Regione”. È quanto hanno evidenziato Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo, e Bruno Rivarossa, vice delegato confederale, durante il tavolo regionale convocato dall’assessorato all’Agricoltura per un confronto sulle linee guida per la gestione venatoria e l’attività di contenimento del cinghiale in Piemonte e sulla situazione d’emergenza legata alla Peste Suina Africana.
“Sono necessarie azioni coraggiose che coinvolgano tutti i soggetti interessati sui territori, dai cacciatori agli operatori abilitati – continuano Moncalvo e Rivarossa – visto che quanto attuato fino ad ora è risultato del tutto inefficace e fallimentare. Come abbiamo già fatto presente, occorre bloccare la sperimentazione sulla caccia di selezione con l’uso dei cani in questo mese di gennaio, non solo inutile ma dannosa in quanto per prevenire l’avanzamento della Peste Suina Africana è fondamentale ridurre al minimo lo spostamento degli animali”.
“Le azioni che Coldiretti aveva già indicato alla Regione come prioritarie – aggiunge il direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu – diventano urgenti: potenziare le attività di contenimento con azioni straordinarie notturne, anche nei parchi, mediante i più moderni strumenti tecnologici che consentono di agire in sicurezza e con grande efficacia, riconoscere la possibilità a tutti i proprietari, conduttori di fondi e tutor, abilitati attraverso i corsi già svolti, di installare, anche nelle aree parco, gabbie per la cattura degli animali. È infine indispensabile il controllo sanitario di tutti i capi abbattuti, così da tutelare la salute pubblica e creare le condizioni che garantiscano continuità agli allevamenti domestici presenti a livello territoriale, sanzionando pesantemente chi lo evadesse”.
Redazione
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