Coldiretti Cuneo: ''Accordi di fiera virtuosi salveranno la zootecnia cuneese''
Secondo l’associazione di categoria per rilanciare il comparto serve garantire la giusta remunerazione agli allevatoriSono indispensabili veri accordi di filiera per rilanciare la zootecnia cuneese. Lo afferma Coldiretti Cuneo a fronte della difficile situazione che stanno vivendo gli allevatori della Granda, soprattutto quelli di bovini da carne, colpiti dalla pandemia che ha chiuso le attività di ristorazione, dove la maggior parte dei tagli pregiati della nostra carne trovava sbocco, e per di più sotto attacco di speculazioni e fake news.
“Ci aspettiamo che l’agroindustria virtuosa, attenta alla valorizzazione dei prodotti del territorio, possa accogliere positivamente le nostre progettualità e la nostra apertura per dare concretamente la giusta remunerazione agli allevatori cuneesi che, nonostante le difficoltà del periodo, non hanno mai smesso di produrre cibo sano, genuino e tracciabile” spiega Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo.
“Per dare risposte concrete – aggiunge il Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu – stiamo sondando, con la nostra struttura, più realtà territoriali e non che operano nel settore della trasformazione della carne per verificare nuove strade di commercializzazione della carne bovina piemontese, auspicando che l’‘oro rosso’ Made in Cuneo possa generare un volàno anche per importanti marchi del settore agroalimentare”.
In un momento di diffusa consapevolezza sul valore strategico del cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza – ricorda Coldiretti Cuneo – occorre superare le fragilità presenti, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento e difendere la sovranità alimentare e le produzioni di eccellenza del nostro territorio. La zootecnia, ad esempio, è cruciale per il tessuto economico provinciale.
La sola filiera bovina conta più di 3.000 aziende e 330.000 capi allevati, con una netta prevalenza di capi di razza Piemontese (220.000 su un totale di 315.000), prima razza autoctona nazionale e fiore all’occhiello della produzione locale con un fatturato che arriva a 500 milioni di euro.
Redazione
CUNEO Coldiretti