Coldiretti Cuneo, la carne sintetica e una verità raccontata a metà
I vertici provinciali dell'organizzazione agricola attaccano i deputati di +Europa, chiudendo gli occhi sul comportamento del loro presidente nazionale“Esporre dei cartelli con la scritta ‘Coltivate ignoranza’ è un’inaccettabile provocazione che offende due milioni di agricoltori italiani che tutti i giorni assicurano cibo al Paese con il loro lavoro". Si apre così il comunicato stampa che stamattina, venerdì 17 novembre, Coldiretti Cuneo ha inviato alle redazioni. Il riferimento è a quanto avvenuto ieri a Roma, di fronte a Palazzo Chigi. Per questo giova riavvolgere il nastro di ventiquattro ore per riepilogare quanto accaduto.
Nel giorno in cui la Camera ha approvato il disegno di legge contro il cibo sintetico, gli agricoltori di Coldiretti erano in presidio fin dal mattino a sostegno del provvedimento, con in prima fila il presidente nazionale Ettore Prandini. A poche decine di metri i deputati di +Europa Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova manifestavano in senso opposto, mostrando cartelli che riportavano, tra le altre, la scritta “Coltivate Ignoranza” e “Dal Governo un divieto anti scientifico, anti italiano e anti europeo”. Una posizione, quest’ultima, che ha fatto arrabbiare non poco - diciamo così - il già citato Prandini, che ha avvicinato Della Vedova prima rivolgendosi a lui con epiteti come “delinquente” e “buffone” - accompagnato da cori analoghi scanditi con i megafoni dai partecipanti alla manifestazione di Coldiretti - e poi cercando di arrivare allo scontro fisico, evitato per un soffio (come testimoniato dalle immagini raccolte dai media presenti) solo grazie all’intervento delle forze dell’ordine. Il tutto mentre il disegno di legge contro la carne sintetica veniva approvato compattamente dalla maggioranza, come ampiamente previsto.
Al di là delle legittime posizioni sul tema, si può dire senza timore di essere smentiti che episodi come questo, oltre ad essere sgradevoli, nulla hanno a che vedere con il confronto democratico che dovrebbe appartenere ad un Paese civile. Per questo fa specie che nel comunicato diffuso stamattina dai vertici provinciali di Coldiretti manchi del tutto un riferimento ai fatti che hanno visto triste protagonista il presidente nazionale. Ieri in una nota i Radicali cuneesi Filippo Blengino, Alexandra Casu e Raffaele Fiorito avevano chiesto ai rappresentanti provinciali di Coldiretti di dissociarsi. La presa di distanza non è arrivata, ma non solo. Coldiretti Cuneo ha scelto di glissare completamente sulle azioni di Prandini, mai citato nel comunicato, puntando invece il dito contro Magi e Delle Vedova, rei secondo loro di avere per primi “rivolto offese”: “Una manifestazione regolarmente autorizzata che si è svolta in maniera assolutamente pacifica con l’obiettivo di festeggiare l’approvazione di una legge che va nell’interesse non solo della nostra agricoltura ma di tutti i cittadini di questo Paese. Chi chiede rispetto per le istituzioni deve essere il primo a rispettare i cittadini che manifestano liberamente” dice il presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada. “Affidiamo la rappresentanza dei nostri diritti e dei nostri interessi alle persone che eleggiamo in Parlamento e ci aspettiamo che esse ricoprano con onore l’incarico affidato e che non strumentalizzino mai le immunità di cui godono. L’atteggiamento di Della Vedova e Magi tradisce le prerogative parlamentari trascendendo nell’insulto gratuito e provocatorio nei confronti di coloro che non godono di tali prerogative”, gli fa eco il direttore Fabiano Porcu.
Peccato che le immagini parlino chiaro: gli “insulti gratuiti” (e anche qualcosa in più) sono arrivati da Prandini, e se anche si ritiene provocatoria (e lo è) l’azione di Magi e Della Vedova, è francamente inaccettabile che la reazione da parte del massimo esponente di un’organizzazione che rappresenta un settore fondamentale per il nostro Paese abbia questi toni e questi modi.
E, lo ripetiamo, non è una questione di posizione sul tema. Si può essere a favore o contro la carne sintetica (che peraltro, a prescindere dallo stop del Governo italiano, ancora non ha avuto l’ok dell’Unione Europea per la messa in commercio): non è questo il punto. Chi rappresenta un comparto tanto importante per l’economia del Paese ha il dovere di non rendersi protagonista di certi penosi siparietti. E se - comprensibilmente - i vertici provinciali di Coldiretti preferiscono non puntare il dito sul loro presidente nazionale, almeno non si distorcano i fatti, non si racconti una verità a metà. Anche questo non fa onore a chi rappresenta una delle eccellenze della nostra Granda. Un’eccellenza che resterà tale, Coldiretti non abbia paura, con o senza carne sintetica.
Andrea Dalmasso
CUNEO Coldiretti