Coldiretti, frodi vino: 'Tolleranza zero per tutelare settore strategico del Made in Piemonte'
L’ultimo episodio a Pavia ha portato all’arresto di cinque persone con una operazione dei Carabinieri e della Guardia di FinanzaRiceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Coldiretti Cuneo.
Ancora frodi nel settore vitivinicolo, l’ultimo episodio a Pavia che ha portato all’arresto di cinque persone con una operazione dei Carabinieri e della Guardia di Finanza nell’Oltrepò Pavese e in altre regioni. “Occorre fare chiarezza al più presto, perché episodi come questo mettono a rischio il successo del prodotto agroalimentare italiano più venduto all’estero – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – e creano un danno economico alle nostre imprese che, grazie al loro lavoro, consentono al Piemonte di essere tra le maggiori regioni vitivinicole, le cui produzioni sono apprezzate oltre i confini nazionali proprio per l’elevata qualità. Il vino piemontese, che vanta 42 Doc e 17 Docg, è cresciuto proprio scommettendo sulla sua identità e questo ha permesso di conquistare sempre più anche i palati stranieri. Continua ad essere particolarmente richiesto all’estero, la Gran Bretagna ne assorbe circa il 20%, ma anche dalla Cina e dal Giappone stanno arrivando dei forti segnali: la prima ha visto una crescita del 75%. Oltretutto, come sta avvenendo anche a livello nazionale, la domanda per il vino biologico in Piemonte è in aumento: attualmente nella nostra regione sono 20 mila gli ettari destinati a questo tipo di produzione. Occorre, quindi, tutelare un settore strategico, che offre opportunità di lavoro, e tenere alta la guardia stringendo le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare poiché l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolosa la criminalità nell’agroalimentare che, per questo, va perseguita con la revisione delle leggi sui reati alimentari, elaborata da Giancarlo Caselli nell’ambito dell’Osservatorio agromafie promosso dalla Coldiretti per introdurre nuovi sistemi di indagine e un aggiornamento delle norme penali”.
c.s.
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