Coldiretti non molla la presa sul Nutriscore: "A rischio l'export made in Piemonte"
Secondo l'associazione di categoria si tratta di "un meccanismo fuorviante che mette in pericolo l’agroalimentare italiano""Il via libera all’etichetta Nutriscore che rischia di espandersi a livello globale mette in pericolo il record di 46,1 miliardi di esportazioni agroalimentari tricolori del 2020 con un aumento dell’1,8% realizzato in controtendenza al taglio degli scambi commerciali determinato dalla pandemia". E’ quanto afferma Coldiretti nell’apprezzare le dichiarazioni del Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli che, nel suo intervento al Summit Coldiretti con il Governo, organizzato con Filiera Italia a Roma, ha dichiarato che “ribalteremo i banchi in Europa per contrastare l'idiota meccanismo dell'etichetta a semaforo”.
“L’etichettatura nutriscore francese, come quella a semaforo adottata in Gran Bretagna, influenzano il consumatore, con un bel verde, a scegliere prodotti con ingredienti di sintesi e a basso costo spacciandoli per più salutari – commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa delegato confederale -. Un sistema fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle nostre tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. L’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera che tiene conto dell’insieme della dieta alimentare e non si focalizza sul singolo prodotto. La nostra regione conta 14 Dop, 9 Igp: una grande biodiversità da continuare a valorizzare per evitare una indistinta omologazione”.
Il rischio è, altrimenti, di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate.
Moncalvo e Rivarossa proseguono: “L’etichetta nutrizionale a colori peraltro boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) che la stessa UE dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid. In un momento difficile per l’economia, infatti, dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza contrastando le indicazioni fuorvianti ed estendendo l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy. L’Italia grazie ai primati nella qualità e nella sicurezza alimentare conquistati a livello europeo ha la responsabilità di svolgere un ruolo di leadership in nell’Unione”.
Redazione
CUNEO Coldiretti - Made in Italy