Coldiretti Piemonte: 'Sì alla frutta, ma giustamente remunerata ai produttori'
Al più presto l'istituzione dell’Osservatorio regionale sui prezzi e sulle dinamiche della filieraCaldo e frutta continuano ad essere un binomio vincente. Ecco che si registra un boom degli acquisti di frutta e verdura con un aumento del 20% nello scorso mese di giugno, dato che si sta riconfermando in luglio. In Piemonte ci sono diverse tipologie di frutta idonee per combattere il grande caldo: dalle pesche alle mele estive, dai piccoli frutti alle albicocche. Ad essere apprezzato è il fatto che frutta e verdura sono alimenti che soddisfano molteplici esigenze del corpo: nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali persi con il sudore, riforniscono di vitamine, apportano fibre e si oppongono all’azione dei radicali liberi prodotti nell’organismo dall’esposizione al sole, nel modo più naturale ed appetitoso possibile.
Parallelamente all’aumento dei consumi, però, stanno crollando le quotazioni al di sotto dei costi di produzione con fenomeni speculativi e importazioni dall’estero. “I frutticoltori devono vendere 3 chili di frutta per potersi pagare un caffè: dalle albicocche alle pesche, la situazione prezzi è insostenibile – sottolineano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Lo scorso 28 giugno abbiamo acceso i riflettori su quanto sta avvenendo nel comparto frutticolo piemontese che ha un fatturato di oltre 500 milioni di euro con una superficie di 18.479 ettari e oltre 7 mila aziende e che paga già l’embargo russo, le barriere strutturali e tariffarie che rallentano l’export e alcune importanti malattie, come la batteriosi del kiwi. Grazie alla nostra azione e all’impegno del presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, preso proprio in occasione dell’evento Frutta e Legalità che abbiamo organizzato a Torino, stiamo andando verso la creazione dell’Osservatorio regionale sui prezzi e sulle dinamiche della filiera, che era tra le 10 priorità che abbiamo presentato. Sarà un primo passo al fine di controllare che tutti gli attori facciano il loro lavoro con serietà e trasparenza, oltre a garantire la giusta remunerazione delle produzioni alle nostre imprese. Un progetto pilota che potrà estendersi anche ad altri comparti. Ai consumatori – concludono Moncalvo e Rivarossa – ribadiamo l’importanza di scegliere frutta dei nostri territori, di verificarne l’origine e di acquistarla direttamente dai produttori nei punti vendita aziendali o nei mercati di Campagna Amica diffusi in modo capillare su tutta la regione”.
c.s.
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