"Come sarebbe andata l’emergenza senza i politici? Uguale, se non meglio"
La dura lettera di Chiara Rivetti, segretaria regionale di Anaao Assomed, all'assessore Icardi e al Ministro Speranza: "Noi sanitari trattati come carne da macello"Riceviamo e pubblichiamo.
Illustre Ministro Roberto Speranza,
Illustre Assessore Luigi Genesio Icardi,
Voi dovreste parlare con Costanza. Dovreste parlarle come l’ho fatto io, da vecchia amica. Costanza è stata una mia collega. Abbiamo più o meno la stessa età, la stessa illusione che l’usura del lavoro non si veda sulla pelle, un figlio a testa. Lei, come me, fa il medico in un reparto di medicina, in un grande ospedale torinese. Reparto che adesso è tornato ad essere covid. Sarà che l’ho incontrata a fine turno, sarà il neon che illuminava il corridoio, ma aveva una stanchezza che pareva quella di chi ha sulle spalle i malanni del mondo. Lei piacerebbe ad entrambi. Ha studiato medicina perché ha avuto una salute precaria da bambina, e voleva ripagare con la cura, le cure. Lavora con passione, lavora perché ci crede.
Ha visitato nella prima ondata senza mascherine, si è infettata, uno dei suoi colleghi è finito in rianimazione, è tornata a lavorare. Per quattro ondate ha convertito e riconvertito il suo reparto, ha saltato le ferie, accumulato ore eccedenti, ha ricevuto avvisi all’ultimo, spostata come un birillo. Ha dovuto inventarsi sistemazioni acrobatiche per il figlio, quando la scuola era chiusa. Ora deve fare un tampone. “Spero sia negativo, perché se sto a casa io, chi guarda i malati?”. Queste parole trasformano per un attimo il mio affetto in rabbia. Rabbia verso di lei e verso di voi, che approfittate di questo suo senso del dovere, di questo altruismo, di questa idea di essere indispensabile. Lei non spera che il suo tampone sia negativo perché ha paura di ammalarsi, ma perché non vuole lasciare colleghi e pazienti da soli. E voi, giocando con questi sensi di colpa, ora state proponendo di mandare i sanitari a lavorare anche se positivi, purché asintomatici. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso della pandemia.
Ho visto negli anni una marea di colleghi venire a lavorare con la febbre, con le stampelle, mettersi su flebo durante il turno, alcuni addirittura lavorare con l’elastomero. Ho avuto colleghe in gravidanza che hanno visitato fin a ridosso del parto e sono rientrate con i neonati piccolissimi. Hanno e abbiamo certamente sbagliato. Ma almeno era una nostra scelta. Lo abbiamo sempre fatto per i colleghi e per i pazienti. Non certo per l’assessore o il ministro di turno. Voi, per curiosità, ne avete vista di gente così nei corridoi dei ministeri o degli assessorati? Ora, dopo tutto quello che abbiamo sopportato, Costanza dovrebbe lavorare da positiva per non sguarnire il sistema. Il sistema da sguarnire dovrebbe essere il vostro. Mentre noi ospedalieri gestivamo quattro ondate pandemiche, la campagna di vaccinazioni, le liste d’attesa, i ricoveri Covid, voi che facevate? Voi, che oggi insieme ai presidenti di regione vi presentate davanti al popolo decantando di aver gestito l’emergenza non avete gestito un bel niente. I malati, i medici si sono gestiti da soli. Si sono inventati protocolli, hanno sperimentato cure, hanno testato i vaccini, hanno firmato e sono responsabili delle operazioni mediche e sanitarie su ogni singolo paziente. Senza i politici come sarebbe andata la pandemia? Uguale se non meglio.
A tutti i livelli si poteva fare qualcosa per aumentare i medici, i letti, per fare previsioni migliori, per ridurre la diffusione del virus. Invece per gli ospedali non avete stanziato soldi, neanche quelli del PNRR. E non avete avuto neanche il buon gusto di fronte a questa crisi di abbassarvi i vitalizi e gli stipendi. Oramai i nostri pazienti, che seguivamo da una vita nel pubblico, vanno nel privato. E con Costanza mi arrabbio. Ma lo vedi Costanza, che non siamo noi ad abbandonare i pazienti? Non lo vedi che chi ci governa ci tratta come carne da macello, sminuendo le professionalità, le competenze: unico requisito è essere asintomatici, non il sapere o meno gestire i malati Covid.
Caro Ministro, caro Assessore, dovreste chieder scusa ad un medico come Costanza, Scusa per aver detto che era un eroe e poi dimenticarvela subito dopo, tra un proclama ed un altro. Scusa per aver soffocato la passione per il suo lavoro, per averle riempito la testa di sensi di colpa: verso il lavoro, la famiglia, se stessa. Il vostro fallimento ed incapacità nel gestire la pandemia è evidente. Vogliamo più medici, meno lavoro burocratico, più coinvolgimento nelle decisioni. Vogliamo meno disagio e più tempo per i pazienti. Ma a voi, chi vi cura per trattare così i medici ospedalieri del sistema pubblico?
Chiara Rivetti
Segretaria Regionale Anaao Assomed Piemonte
Redazione
CUNEO anaao assomed