Confagricoltura plaude alla richiesta dell’ANBI di anticipare le irrigazioni per evitare il rischio siccità
L’associazione agricola aveva segnalato le difficoltà provocate dal clima anomalo e dall’assenza di precipitazioniLa perdurante assenza di precipitazioni piovose in provincia di Cuneo sta determinando gravi danni alle coltivazioni in atto e rischia di porre una pesante ipoteca sul regolare avvio delle attività colturali per la prossima stagione estiva. La Confagricoltura di Cuneo, dopo aver segnalato la necessità di anticipare l’avvio della stagione irrigatoria, plaude alla richiesta ufficiale avanzata dall’ANBI Piemonte (Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni) alla Regione e alle Province affinché autorizzino in via eccezionale il prelievo d’acqua per quelle derivazioni che prevedono, nei relativi disciplinari, l’inizio del periodo irriguo solo ad aprile.
"Occorre attivare sin da subito l’utilizzo dell’irrigazione per inumidire i terreni da seminare, in quanto troppo aridi e compatti per consentire sia le lavorazioni (aratura, erpicatura, ecc.), sia la germinazione delle sementi. Inoltre, per salvare i raccolti invernali (frumento, orzo, ecc.) e i prati per foraggere occorre intervenire con bagnature straordinarie per integrare il fabbisogno idrico fortemente deficitario per l’assenza delle precipitazioni invernali e non compromettere definitivamente i raccolti” si legge nella missiva firmata da Vittorio Viora e Roberto Isola, rispettivamente presidente e direttore di ANBI Piemonte. La richiesta avanzata alle istituzioni riguarda le derivazioni della risorsa idrica da corsi d’acqua naturali e non interessa coloro che dispongono di pozzi per cui sono previste concessioni specifiche.
La necessità di rendere l’inizio e la fine del periodo irriguo più flessibili non è nuova, in quanto si è già presentata nei numerosi anni siccitosi che si sono ripetuti sempre con maggior frequenza nell’ultimo ventennio. La carenza di apporti idrici – sia in forma nevosa sia piovosa – nelle stagioni autunnali e invernali richiede interventi regolamentari innovativi in relazione ai cambiamenti climatici in atto e, al riguardo, si evidenzia che lo scorso autunno (particolarmente siccitoso) in alcune zone della pianura piemontese alcuni Consorzi associati per consentire l’aratura dei terreni sono stati costretti ad effettuare bagnature straordinarie oltre la chiusura del periodo.
“A patire questa difficile situazione sono soprattutto le semine e i cotichi erbosi che più di tutti stanno soffrendo la mancanza di acqua – spiega Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo –, ma ciò che fa riflettere purtroppo è ancora una volta la differenza tra i tempi della natura e quelli della burocrazia. In caso di anomalie climatiche, sempre più frequenti, servirebbero sistemi in grado di adattarsi alle esigenze delle aziende agricole in modo più immediato e meno complesso”.
“Preoccupa la frequenza sempre più elevata di situazioni climatiche come quella che stiamo vivendo – aggiunge Isabella Moschetti, consigliere di Confagricoltura Cuneo -, per questo occorre rivedere quanto prima le norme che regolano l’uso dell’acqua nei campi. I Consorzi irrigui, ciascuno con una concessione e un calendario diversi, rispettano le norme del deflusso minimo vitale e dovrebbero, ad esempio, poter gestire l’acqua rimanente per irrigare anche in inverno, in casi eccezionali. Anche perché occorre ricordare che un mancato raccolto ha dirette conseguenze negative non solo sull’azienda agricola, ma su tutti i consumatori. L’agricoltura è fortemente impegnata da anni, con tecniche innovative, a ridurre i consumi di acqua, ma servono norme più flessibili che tengano conto anche dei mutamenti climatici in atto”.
c.s.
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