Confcommercio invoca la web tax: ‘In questi due mesi hanno guadagnato solo le piattaforme online’
La delegazione guidata dal presidente Luca Chiapella ha incontrato prefetto e questore. Plauso per l’iniziativa Risorgiamo Italia: ‘Un grido di dolore’Hanno smesso da tempo di credere che “andrà tutto bene” i rappresentanti delle categorie produttive a Cuneo come nel resto d’Italia. E i primi segnali in tal senso si traducono in azioni per sollecitare dalle istituzioni il sostegno che finora è mancato.
Lo scorso martedì 28 era stato il turno di ‘Risorgiamo Italia’, l’iniziativa spontanea partita dal settore alberghiero e della ristorazione con l’accensione delle insegne luminose in varie città della provincia. Oggi invece è stata Confcommercio a muoversi di concerto con quanto deciso in tutta Italia.
La delegazione guidata dal presidente provinciale Luca Chiapella, insieme ai rappresentanti delle Ascom di Fossano, Mondovì, Bra e Alba e di Federalberghi, ha incontrato il questore Emanuele Ricifari e poi il prefetto Giovanni Russo. Ad entrambe le autorità è stato consegnato un manifesto in quattro punti che verrà trasmesso alla presidenza del Consiglio e ai ministeri competenti.
“Dopo sessanta giorni la misura è colma. Non vogliamo che l’emergenza sanitaria si traduca in un’emergenza per il mondo delle imprese” commenta Chiapella. Dal leader cuneese dei commercianti giunge in particolare un atto d’accusa nei confronti dei ‘giganti del web’, gli unici in questa fase a non aver patito gli effetti drammatici della serrata: “Da parte dell’online c’è concorrenza sleale. Tanto più perché non si sono viste donazioni consistenti da queste aziende, mentre nel settore del commercio tradizionale c’è chi si è adoperato in questo senso nonostante la chiusura imposta”. Per questo motivo tra le richieste di Confcommercio figura la regolamentazione di quest’ambito: “La web tax non sia solo un annuncio”.
Chiapella plaude anche alle iniziative spontanee che stanno prendendo forma in questo periodo, come appunto quella di ‘Risorgiamo Italia’: “Rappresentano un grido di dolore che non si può ignorare. Come Fipe abbiamo presentato a nostra volta un documento programmatico sul settore alberghiero e ristorazione”.
Dal 4 maggio, in base ai decreti, alzeranno le serrande per primi i grossisti legati all’edilizia e all’industria. Il 18 maggio sarà la volta del settore retail, mentre per bar, ristorazione, parrucchieri, centri estetici ed altre categorie bisognerà attendere il 1 giugno: Confcommercio, tuttavia, punta ad accorciare i tempi del rientro.
Di seguito il manifesto presentato alle autorità con le richieste dell'associazione:
Riapertura e sicurezza: le nostre imprese sono state le prime a chiudere. Ora chiediamo di sapere con esattezza quando e come poter ripartire.
Contributi e liquidità: la maggior parte delle nostre imprese sono state a fatturato zero dall’11 di marzo, hanno bisogno di contributi a fondo perduto, di rinegoziare i debiti bancari, di poter avere nuovo credito e di sospendere il pagamento di bollette e affitti.
Fiscalità e ammortizzatori sociali: i dipendenti delle nostre aziende sono a stipendio zero da marzo: chiediamo la liquidazione immediata delle pratiche di Cassa Integrazione già inviate e il rifinanziamento della Cassa Integrazione, con una previsione di durata ben superiore alle 9 settimane.
Chiediamo inoltre che ci sia uno stop alle imposte locali, una estensione del credito d’imposta anche per uffici, magazzini e alberghi e la cancellazione dell’imposizione fiscale per tutto il 2020.
Futuro e ripartenza: le attività dei settori commercio, turismo e servizi saranno fortemente condizionate, anche da aspetti psicologici collettivi, nei prossimi mesi: per questo chiediamo importanti interventi in tema di promozione turistica, di sostegno all’e-commerce per le micro e piccole imprese e la regolamentazione delle piattaforme online.
Andrea Cascioli
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