Corso Giolitti tra ragione e sentimento. Il rilancio del quartiere al centro del dibattito
Molti residenti e commercianti concordano: “La situazione è migliorata”. Il problema principale resta l’alcol: “Anche chi viene arrestato torna a ubriacarsi sulle panchine”Pubblicato in origine sul numero del 14 aprile 2022 del settimanale Cuneodice: ogni giovedì in edicola
È un lunedì pomeriggio, la maggior parte dei negozi sono chiusi, ma ci sono tante persone di tutte le età che passeggiano sotto entrambi i lati dei portici. Alcuni tornano da lavoro, altri vanno, i ragazzini escono di casa con il padre in bicicletta, mentre alcune signore dopo aver fatto la spesa rientrano a casa chiacchierando.
Sembrerebbe la vita di un tranquillo quartiere residenziale, se non fosse che siamo in corso Giolitti e che questa strada che taglia perfettamente a metà il cuneo dell’altipiano è spesso e volentieri al centro delle polemiche per l’elevata percezione di insicurezza. L’area più “calda”, almeno per quel che si legge sui giornali, è quella tra piazzale della Libertà, via Silvio Pellico e via Grandis, ma è davvero così?
Residenti e commercianti non sono tutti dello stesso avviso, ma tendenzialmente sono concordi nel constatare un miglioramento della situazione. Pinuccia Barbera e Elena Fazio dell’Autoscuola Giannoni, che hanno ubicato la propria attività in zona, si dicono sereni e tranquilli: “Mai avuto problemi né di mattina né di sera e tra vicini di attività commerciali c’è molta collaborazione e amicizia. La zona è molto viva e collegata a tutto e abbiamo apprezzato le iniziative dei mercatini di Natale, che hanno portato qui tanta gente a riscoprire la bellezza di questi portici passeggiando tra le bancarelle”. Nessuna preoccupazione anche per Lina Ferrato, Teresa Gossa e Felicina Ferrero, tre signore pensionate residenti in zona, che intercettate di ritorno dalla spesa hanno però sottolineato “di non essere tranquille ad uscire la sera. Abbiamo un po’ di timore, spesso si vedono girare persone non proprio a posto. Sicuramente il mercato contadino sotto i portici il giovedì pomeriggio è una bella iniziativa per coinvolgere il territorio e trovare prodotti di qualità e convenienti”.
Su via Pellico, in particolare, la signora Lina è intervenuta ricordando che “da quando hanno tolto le panchine ci sono meno vagabondi e la situazione è migliorata”. Una giovane donna a passeggio per corso Giolitti ha un’opinione più articolata: “La prima parte di corso Giolitti è estremamente viva e vitale collegata ad una delle piazze principali di Cuneo, piazza Europa, mentre la seconda, quella verso la stazione, sembra più isolata: ed è lì che a volte succedono episodi sgradevoli - spiega Daria Fenu, educatrice dell’infanzia e madre di due bambini -. Io abito da molti anni in questa via e sono serena. Non vedo tutti quei pericoli che vengono denunciati da più parti. Anzi, sono convinta che la multiculturalità sia una ricchezza, e apprezzo tutte le iniziative che stanno realizzando alcune associazioni per promuovere l’integrazione tra residenti e commercianti. Singoli episodi di violenza - aggiunge ancora - possono avvenire ovunque. Ricordo che anni fa anche via Roma aveva alcune problematiche importanti, ma con la riqualificazione di tutta l’area, sono state superate e il centro storico è diventato una delle parti più belle di Cuneo”. “Questa è la via di Cuneo più bella, la mia strada preferita!”, afferma con sicurezza Samuele, di 8 anni, intervenendo nel discorso della madre per dare il proprio contributo all’argomento.
E a proposito del tema degli incontri interculturali e delle mostre promosse dall’associazione Boa, il candidato sindaco Giancarlo Boselli, incontrato fuori dalla sede del comitato elettorale proprio in via Meucci (altra traversa di Corso Giolitti al centro delle polemiche, n.d.r.), attacca: “Il progetto “Boa” è costato 308 mila euro più Iva e si è rivelato un fallimento. Immaginare di fare comunità in una situazione che continua ad essere grave, con la presenza di una criminalità organizzata che sta crescendo e con una stazione di polizia Urbana quasi sempre chiusa nelle ore utili, non ha senso. C’è ormai una zona franca dove si può sbevazzare indisturbati e fare quant’altro: un’area di degrado urbano chiama altro degrado e il disordine chiama marginalità”.
Il Comitato di Quartiere Cuneo Centro, organo consultivo dell’amministrazione comunale formato da cittadini residenti, è di tutt’altro avviso. La responsabile della comunicazione Giulia Marro in merito ai progetti Boa sottolinea: “Negli ultimi due anni sono stati realizzati progetti efficaci sul piano delle relazioni tra persone e culture diverse”. Il presidente del Comitato, Francesco Carbonero, aggiunge: “Il progetto Boa lo abbiamo fortemente sostenuto perché le loro iniziative sono importanti per creare nel quartiere quell’equilibrio che a volte è mancato. In futuro ci auguriamo di attivare il servizio di educatori sulla strada per dare sostegno ai meno fortunati”. “Il Comitato è aperto a raccogliere tutte le segnalazioni e le proposte dei residenti - aggiunge Carbonero, ricordando la realizzazione di un sito web -: andando su quartierecuneocentro.com, tutti possono scriverci e scoprire le tante iniziative che lanciamo per il bene della zona”.
“Vivo qui da due anni e rispetto all’inizio devo ammettere che la situazione è migliorata notevolmente - osserva Chiara Spinosa, che lavora in un money transfer del quartiere -: i vigili però non li sentiamo molto presenti. All’inizio facevano rispettare i divieti sugli alcolici, ma adesso la sicurezza della zona si deve a noi commercianti che interveniamo in prima persona se vediamo qualcuno un po’ agitato”. Sulla stessa linea anche Hasna El Makkaoui, titolare di un negozio di alimentari: “Ho un bimbo di un anno e lo faccio giocare tranquillamente sotto i portici. Non è una zona pericolosa neanche questa, sebbene siamo a due passi dalla stazione”. “Ci sono alcuni soggetti più agitati di altri, ma se vengono arrestati e le conseguenze sono ridicole, tornano qui e ricominciano ad ubriacarsi sulle panchine - sottolinea Hasna con preoccupazione -. Quando chiamiamo i carabinieri, che in linea d’aria sono a poche centinaia di metri, e dopo un’ora non arriva nessuno, come possiamo sentirci sicuri? Io da oltre un anno faccio la mia parte non vendendo più alcolici ad alcuni soggetti, ma il Comune cosa fa?”.
Tre settimane fa un ragazzo sui vent’anni ha dato in escandescenze con un coltello in mano, in via Silvio Pellico, e una pattuglia di agenti della Polizia Locale è intervenuta prontamente disarmandolo e portandolo in sede per l’identificazione. A commentare l’episodio è il comandante della Polizia Locale di Cuneo, Davide Bernardi: “Siamo sempre sul territorio, in sede o in giro con le pattuglie. La gente non se ne accorge sempre, ma noi controlliamo regolarmente tutta l’area e interveniamo prontamente. I nostri agenti - spiega Bernardi - si stanno formando con corsi specifici di arti marziali per poter gestire anche situazioni con persone violente o con disturbi psichici”.
A portare l’attenzione su un altro tema, ricordando la bellezza e la collocazione strategica della via è Domenico Vitale, anestesista di cardiochirurgia: “Il problema di questa zona non è la sicurezza ma il decoro. Io per lavoro vado e vengo dall’ospedale a tutte le ore e non ho mai avuto paura. Con mia moglie abbiamo scelto di vivere qui perché ci piaceva la strada e l’essere collegati bene a tutta la città. Il marciapiede dodici anni fa era sterrato, mentre adesso con la riqualificazione abbiamo marciapiedi stile New York, non ancora valorizzati, perché potrebbero essere le piazzette di ogni area condominiale. Abbiamo aree verdi non curate e sporcizia ovunque. C’è mancanza d’attenzione al decoro urbano e mi chiedo perché residenti e commercianti non abbiano più cura dei loro ingressi e della loro strada”.
Chiara Carlini
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