Covid, in un mese da 12 a 174 ricoverati in terapia intensiva. I dati della 'seconda ondata' in Piemonte
I numeri attuali della pandemia nel nostro territorio messi a confronto con quelli di inizio ottobre, quando la situazione sembrava sotto controlloSi è chiuso ieri il mese di ottobre, un mese nero anche per il Piemonte e per la provincia di Cuneo dal punto di vista della situazione sanitaria: di fatto, dopo un’estate che aveva illuso molti, quello appena concluso è stato il mese della temuta “seconda ondata” della pandemia da Covid-19. Se trenta giorni fa i numeri evidenziavano una situazione ampiamente sotto controllo, ora anche nel nostro territorio, così come in tutta Italia, il quadro si è notevolmente aggravato sotto ogni punto di vista: da quello dei nuovi contagi, che hanno fatto registrare una netta impennata, a quello delle vittime, che hanno ripreso ad aumentare, passando per una pressione sui sistemi ospedalieri che cresce di giorno in giorno. In settimana anche in provincia di Cuneo, a Savigliano e al “Santa Croce” nel capoluogo, l’Esercito ha montato tensostrutture modulari in supporto a quelle ospedaliere in vista di un ulteriore aumento degli accessi.
Sono in ogni caso i freddi numeri a testimoniare l’evoluzione della situazione di quest’ultimo mese e l’arrivo prepotente della seconda ondata della pandemia. Numeri che fotografano la situazione della provincia di Cuneo come una delle peggiori in regione. Lo testimonia il focus pubblicato ieri, sabato 31 ottobre, dal “Fatto Quotidiano”, realizzato da Alessandro Mantovani e Giorgio Sestili, nel quale si analizza il tasso di incidenza dei contagi in base alla popolazione nelle ultime due settimane, dal 14 al 29 ottobre. In questa graduatoria a livello nazionale è la provincia ad Aosta a far segnare il dato peggiore con 1.112 casi ogni 100 mila abitanti. Cuneo, come detto, è la peggior provincia della regione con 653 casi ogni 100 mila abitanti.
Nell’ultimo mese in Piemonte sono stati scoperti 35.124 nuovi contagiati (5.169 in provincia di Cuneo), sostanzialmente gli stessi scoperti in tutti i precedenti mesi della pandemia (35.512). I casi attivi (i cosiddetti “attualmente positivi”) in Piemonte erano 3.275 il 1° ottobre, sono diventati 32.824 a fine mese: il picco massimo, durante la prima ondata, era stato di 18.229 casi attivi, toccato il 2 maggio. In provincia di Cuneo il mese di ottobre si era aperto con 342 attualmente positivi: ora sono 4.724, ben più del doppio del picco toccato in primavera, il 25 aprile, con 1.709 casi attivi.
In un mese il Piemonte ha registrato 218 nuove vittime (il totale è passato da 4.165 a 4.383), delle quali 23 in provincia di Cuneo (da 401 a 424, dopo che nell’intero mese di settembre si erano verificati solamente due decessi).
Il peggioramento più evidente però sta nel dato dei ricoveri, che come detto in apertura hanno fatto registrare nell’ultimo mese una vera e propria impennata dopo i mesi estivi di relativa tranquillità. Nei reparti ordinari degli ospedali piemontesi a inizio ottobre c’erano 203 pazienti positivi al Covid-19: in trenta giorni il dato si è moltiplicato per oltre tredici volte, oggi i contagiati ricoverati in tutta la regione sono 2.683. Un numero allarmante, che però è per ora inferiore a quello del picco massimo raggiunto durante il lockdown, con 3.406 ricoverati il 15 aprile. Eloquente anche il dato dei positivi ricoverati in terapia intensiva: erano 12 in tutto il Piemonte il 1° ottobre, oggi sono 174. Anche in questo caso, fortunatamente, ad oggi la pressione è ancora lontana dai livelli massimi toccati in primavera, con 458 pazienti in rianimazione il 31 marzo.
È invece ben superiore al picco toccato in primavera il dato delle persone in isolamento domiciliare in Piemonte: erano 2.692 il 1° ottobre, oggi sono 29.967 (durante la prima ondata non si era andati oltre le 13.052 del 2 maggio).
Infine, anche il dato degli asintomatici, spesso utilizzato da chi intende minimizzare la gravità della situazione sanitaria, evidenzia un netto peggioramento. Nei primi bollettini regionali del mese di ottobre circa il 75% dei nuovi contagiati giornalieri non presentava sintomi, mentre in quelli degli ultimi giorni il dato è sceso sotto il 45% (42% nel bollettino del 31 ottobre).
Andrea Dalmasso

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