Crisi del comparto frutta, Bergesio (Lega) chiede la moratoria per i mutui e lo sgravio dei contributi
I costi energetici per la conservazione nelle celle frigo sono passati da 5 centesimi di euro per chilo a 20: “Tante aziende pensano di non fare la seconda raccolta”“Situazione drammatica che colpisce un settore strategico per il Piemonte. Subito una moratoria per i mutui e lo sgravio dei contributi”. Così il senatore cuneese Giorgio Maria Bergesio, capogruppo Lega in Commissione Agricoltura, commenta la gravissima crisi in cui versa il comparto della frutta, e in particolare uno dei primi distretti agricoli d’Italia, quello della frutta del Saluzzese, vittima di aumenti insostenibili che si snodano lungo tutta la filiera, dal costo dell’energia elettrica per la conservazione della frutta nelle celle frigo, passato da 5 centesimi di euro per chilo a 20, a quello per l’irrigazione fino agli aumenti che hanno toccato imballaggi e trasporti.
In Piemonte il settore della frutta è composto da 8.000 aziende agricole che coltivano 18.500 ettari, con un fatturato di oltre 500milioni di euro.
“Nonostante l’abbondanza e la qualità del prodotto, so che tante aziende stanno pensando di non effettuare la seconda raccolta, perché oggi la frutta nella maggior parte dei casi viene pagata al frutticoltore un prezzo inferiore a quello sostenuto per la raccolta. Quindi il prezzo della frutta all’origine, cioè quello pagato al produttore, è inferiore ai costi di produzione, mentre nella grande distribuzione la frutta è venduta a prezzi altissimi, a fronte, oltretutto, del sempre più ridotto potere d’acquisto del consumatore. Un cortocircuito che non fa che aggravare la situazione già drammatica”, spiega Bergesio.
“Servono misure drastiche - afferma il senatore cuneese -. Nell’immediato una moratoria sui mutui e lo sgravio dei contributi. Poi attivare quanto prima un tavolo non solo italiano ma anche a livello europeo con la grande distribuzione, per studiare misure a medio e lungo termine. Soprattutto la Lega chiede uno scostamento di bilancio di 30 miliardi per mettere in sicurezza le aziende dal punto di vista energetico. O così oppure il rischio, concreto, è che il Piemonte e l’Italia perdano un settore strategico della nostra economia. È ora di sostenere concretamente chi lavora”.
c.s.
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