Croci di vetta, il Cai fa marcia indietro: “Solo dichiarazioni personali”
Il presidente del club alpino si scusa dopo la strigliata del ministro Santanchè: “Nessuna posizione ufficiale, non immagino la cima del Cervino senza la sua croce”“Non abbiamo mai trattato l’argomento delle croci di vetta in alcuna sede, tantomeno prendendone una posizione ufficiale”: la precisazione arriva dal presidente generale del Club alpino italiano Antonio Montani, dopo ore di polemiche scaturite dalle dichiarazioni del direttore editoriale Marco Albino Ferrari.
Tutto parte da un convegno organizzato giovedì scorso all’Università Cattolica di Milano. Si parlava del libro “Croci di vetta in Appennino” di Ines Millesimi. Al convegno Ferrari partecipava in rappresentanza del Cai: sua la proposta di “lasciare integre le croci esistenti, perché testimonianze significative di uno spaccato culturale, e allo stesso tempo di evitare l’installazione di nuovi simboli sulle cime”. Una tesi che secondo Lo Scarpone, portale di riferimento del Club Alpino Italiano, sarebbe “condivisa pienamente” all’interno dell’associazione alpinistica: “È proprio il presente, - si legge - un presente caratterizzato da un dialogo interculturale che va ampliandosi e da nuove esigenze paesaggistico-ambientali, a indurre il Cai a disapprovare la collocazione di nuove croci e simboli sulle nostre montagne”. Tutto ciò, precisa il sito, senza mettere in discussione il mantenimento delle croci esistenti: “Rimuoverle sarebbe come cancellare una traccia del nostro cammino”.
La precisazione non è bastata a mettere al riparo dalle polemiche, giunte in particolare dal governo: “Penso però che la proposta di ‘vietare’ il Crocifisso in montagna perché ‘divisivo e anacronistico’ sia una sciocchezza, senza cuore e senza senso, che nega la nostra Storia, la nostra cultura, il nostro passato e il nostro futuro” ha scritto su Facebook il ministro delle Infrastrutture e leader della Lega Matteo Salvini. Altrettanto netta la presa di posizione di Daniela Santanchè, il cui ministero, quello del Turismo, è responsabile per l’erogazione dei fondi al club alpinistico (11 milioni quelli ricevuti nell’ultimo anno, in veste di ente pubblico non economico): “Resto basita - ha dichiarato Santanchè - dalla decisione del Cai di togliere le croci dalle vette delle montagne senza aver comunicato nulla al Ministero. Non avrei mai accettato una simile decisione che va contro i nostri principi, la nostra cultura, l’identità del territorio, il suo rispetto. Un territorio si tutela fin dalle sue identità e le identità delle nostre comunità è fatta di simboli che custodiscono nel tempo la storia e valori. Invito il presidente del Cai a rivedere la sua decisione”.
La marcia indietro è arrivata a stretto giro: “Quanto pubblicato è frutto di dichiarazioni personali espresse dal direttore editoriale Marco Albino Ferrari durante la presentazione di un libro” ha replicato Montani. “Personalmente, - ha aggiunto - come credo tutti quelli che hanno salito il Cervino, non riesco ad immaginare la cima di questa nostra montagna senza la sua famosa croce”. Il presidente del Cai ha concluso con un messaggio diretto proprio a Santanchè: “Voglio scusarmi personalmente con il Ministro per l'equivoco generato dagli articoli apparsi sulla stampa e voglio rassicurare che per ogni argomento di tale portata il nostro Ministero vigilante sarà sempre interpellato e coinvolto”.
Redazione
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