Cuneo alla guerra della fibra: “Difendiamo il centro storico dal Far West dei cavi”
Il Comune resiste alle pretese di FiberCop di cablare le facciate: “Ne va del decoro urbano”. Ora deciderà il Tar, con una sentenza destinata a fare giurisprudenza“È una lotta tra Davide e Golia” sintetizza il consigliere comunale di Centro per Cuneo Vincenzo Pellegrino. Però è anche una delle rare battaglie che uniscono l’amministrazione cittadina e tutte le opposizioni, nessuna esclusa, nel riaffermare il primato dell’interesse pubblico su quello di un’azienda che finora non ha nemmeno cercato un confronto con il Comune.
FiberCop, la società che si occupa dell’installazione della fibra ottica per conto di Tim, va avanti per la sua strada. Fino a portare davanti al Tar il regolamento sul decoro urbano, che il Comune di Cuneo ha invocato per sbarrare la strada alla posa di cavi sulle facciate dei palazzi. Le argomentazioni degli amministratori pubblici sono semplici: la fibra ottica si può realizzare anche senza posare una giungla di fili all’esterno degli edifici. Ma FiberCop preferisce “doppiare” la rete già esistente di cavi in rame della Tim. Con il risultato, osserva l’architetto dell’ufficio Arredo urbano Barbara Bersia, che in futuro la vecchia rete cadrà in disuso e non potrà neppure essere rimossa in quanto ancoraggio della nuova.
“Molto spesso si fanno installazioni ridondanti che in realtà non servono” ha spiegato il tecnico ai consiglieri della seconda e terza commissione. FiberCop è l’unico dei tre gestori attualmente operanti, insieme a Open Fiber e Isiline, a non sentire ragioni sul punto: “Open Fiber e Isiline lavorano in modo diverso perché non possono doppiare reti già esistenti. In linea di massima, per ora, entrano all’interno dei fabbricati, ma sono in attesa dell’esito del ricorso”. Se il Tar desse ragione ai privati, abrogando l’articolo 33 del regolamento comunale sul decoro urbano, potrebbero aprirsi nuovi fronti con gli altri gestori di rete: “L’eventuale decadimento dell’articolo 33 potrebbe portarli a lavorare in facciata perché costa di meno, soprattutto a livello di pianificazione con gli amministratori condominiali”.
L’amministrazione fin dal 2019 ha avviato incontri con gli operatori di fibra ottica per la sottoscrizione di apposite convenzioni sulle modalità di posa e gestione dei cavi. Unici a non sottoscriverle, manco a dirlo, i rappresentanti di FiberCop: “Il Comune - ha ribadito l’architetto Bersia - si è sempre reso disponibile per i sopralluoghi e per valutare caso per caso gli allacciamenti più problematici. Inoltre è stata offerta la disponibilità a concordare gli ingressi sui condomini facendosi carico dei carotaggi necessari: ne sono stati già effettuati tre, tutti nel centro storico”. Dove non funzionava la persuasione, si è deciso di ricorrere a strumenti repressivi: sono stati elevati infatti venti verbali di violazione amministrativa, cui si aggiungono tre segnalazioni alla Soprintendenza relative all’immobile ex Inps in corso Nizza, alla sede del tribunale di piazza Galimberti e al complesso delle suore giuseppine in lungogesso Giovanni XXIII. Va detto che si tratta di multe da 516 euro, un’inezia per colossi di questo genere.
Cuneo, a quanto pare, è finora l’unica città ad essersi posta il problema del cablaggio selvaggio: “Abbiamo cercato di fare sponda con altri comuni ma non c’è questa sensibilità” ammette il consigliere centrista Silvano Enrici. La sindaca Patrizia Manassero aggiunge: “Si sta lavorando all’idea di fare ‘massa critica’ con l’Anci, ma ci troviamo a fare da apripista. Siamo appesi a questo ricorso al Tar che auspichiamo ci permetta di difendere gli interventi fatti e il decoro urbano, senza sottrarre ai cuneesi la disponibilità della migliore cablatura”. In merito alle tempistiche del ricorso, l’assessore con delega agli affari legali Valter Fantino informa che il Comune sta valutando l’istanza di anticipare l’udienza: “La sensazione è che in molti comuni italiani questa sensibilità per il decoro urbano non ci sia e non c’è giurisprudenza in merito”.
Da destra a sinistra, come si diceva, tutti difendono l’azione intrapresa: “Si è creato un ‘selvaggio West’ sulla questione delle cablature e ne stiamo pagando le conseguenze. Non vogliamo ritornare a ciò che si è visto in via Roma nel passato” dice Claudio Bongiovanni di Cuneo Mia. In piena sintonia il capogruppo di Crescere Insieme Luca Paschiero: “Si deve salvaguardare un lavoro partito oltre dieci anni fa con la riqualificazione di via Roma”. “Sembra una partita Cuneo contro resto d’Italia” commenta con ironia l’assessore ai Lavori Pubblici Luca Serale, per il quale è da scongiurare anche “l’eventualità che il cittadino pensi che sia il Comune a non far realizzare i lavori”. Qualche residente, pare, si è già sentito rispondere che la fibra ottica nel suo alloggio non sarebbe arrivata perché il Comune “non vuole”: “La situazione era un po’ più complessa” si può invece osservare, tutto considerato, alla maniera dell’Andreotti di Paolo Sorrentino.
Andrea Cascioli
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