Cuneo bandisce i cavi sulle facciate: ecco il nuovo regolamento sul decoro urbano
L’intento del Comune, in causa con FiberCop, è scongiurare il “Far West” delle cablature nel centro storico. Ma ci sono novità anche su vetrine e insegne dei negoziMaggioranza e opposizioni cuneesi, per una volta, parlano con una voce sola nel dire no alla bruttura dei cavi a vista in facciata. Compresi quelli sui palazzi del centro aulico, dove il Comune si è trovato costretto a difendere le proprie ragioni davanti ai giudici del Tar.
Il ricorso presentato nel 2022 da FiberCop, l’operatore della fibra ottica di Tim, è tuttora pendente. Non c’è una giurisprudenza in merito, perciò il verdetto del tribunale amministrativo rappresenterà un precedente importante anche per gli altri comuni. Nel frattempo, a Cuneo si è corsi ai ripari riformando proprio quel regolamento sul decoro urbano che è oggetto del contendere in sede legale: il contenzioso “ha messo in luce la debolezza del regolamento attuale” e i “limiti della stratificazione normativa”, spiega l’architetto dell’ufficio Arredo urbano Barbara Bersia. L’obiettivo principale del nuovo regolamento è dunque quello di sancire “l’assoluto divieto di installazione di nuove reti tecnologiche a vista, compresa la fibra ottica, in tutto il centro storico”. Oltre alle ripercussioni estetiche, sottolinea la dirigente comunale, “questo metodo di posa non garantisce la qualità del servizio”.
Beninteso, non è l’unica ragione ad ispirare la riforma di una normativa che aveva comunque bisogno di una “rinfrescata”: “Il regolamento tutt’oggi in vigore risale al 2001” ricorda l’assessore ai Lavori pubblici Luca Serale. Nel frattempo ci sono state varie linee guida successive, ma mancava un’armonizzazione tra queste: “Vogliamo intanto semplificare i contenuti oggi in uso - aggiunge Serale - e allineare il testo con gli strumenti del Prg: in passato si parlava di insegne al neon, oggi sembrano questioni della preistoria”. Tutela e semplificazione, insomma, senza buttare via ciò che può ancora servire. Come il “piano colore” che ai tempi del Pisu ispirò la riqualificazione delle facciate di via Roma: risale al 1990 e i tecnici erano in dubbio se cestinarlo o mantenerlo. “Abbiamo poi deciso di assumerlo in forma non prescrittiva” fa sapere l’architetto Ivan Di Giambattista, responsabile del servizio Edilizia e pianificazione urbanistica: “Oggi l’approccio è diverso, perché allora l’indicazione dei colori era molto generica. Ora siamo in grado di fare indagini stratigrafiche e analisi di contesto, edificio per edificio”.
Il nuovo regolamento normerà l’installazione e la manutenzione di vetrine e vetrinette, insegne, tende, dehors e padiglioni, murales, elementi di arredo, antenne e reti tecnologiche, nonché gli interventi sull’aspetto esteriore dei luoghi in tutta la città storica. Nel caso delle vetrine dei negozi, precisa l’architetto Bersia, l’orientamento generale è “favorire l’arretramento sul filo della facciata e la maggiore unitarietà delle superfetazioni commerciali”. Connessa al commercio locale è anche la questione delle insegne di esercizio: “Sono state abbandonate le tipologie a neon che erano ancora nominate nell’attuale regolamento, offrendo alternative più gradevoli”. Permane il divieto di installazione delle insegne sulle coperture, i parapetti, oltre le facciate del piano terreno e l’esterno portico, più il divieto di installazione nei sottoportici delle insegne bandiera. Per le tende, sia commerciali che residenziali, le disposizioni restano invariate. Mentre per gli elementi di arredo si è cercato di fornire indicazioni agli esercizi commerciali che consentano a negozi e locali di disporre di maggiori superfici, “senza creare però pericolo e intralcio dei percorsi ciclo-pedonali e nel rispetto delle caratteristiche fisico-architettoniche degli spazi”.
La riforma, conferma l’avvocato che sta seguendo la causa contro FiberCop, dovrebbe mettere il Comune al riparo dalle richieste di annullamento. Ma se non è escluso che i privati impugnino anche il nuovo regolamento: “Ad oggi il centro storico aulico è collegabile all’80% con le tubazioni all’interno dei condomini” assicura il consigliere Silvano Enrici (Centro per Cuneo), esperto in tema di reti tecnologiche. Da lui arriva un appello ai comitati di quartiere: “Chiedo che sensibilizzino sia gli amministratori di condominio che gli stessi condomini: siamo disponibili a dare informazioni e collaborare. Cuneo è una delle poche città, se non l’unica, che stiano controllando cosa succede sulle reti”.
Andrea Cascioli
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