Cuneo è in zona arancione: ecco cosa si può fare, dalla scuola alla riapertura di negozi e parrucchieri
Le restrizioni che devono rispettare i cuneesi restano parecchie, ma ora è possibile spostarsi liberamente all'interno del proprio comuneDa oggi (sabato 17 aprile) Cuneo torna in zona arancione. Significa innanzitutto il ritorno a scuola per la maggioranza degli studenti: si torna tra i banchi (seppure al 50%) anche alle superiori. Poi ci sono le riaperture dei negozi, dei parrucchieri e dei centri estetici, oltre alla possibilità di muoversi liberamente all’interno del proprio Comune. Per bar e ristoranti, invece, si dovrà aspettare il ripristino della zona gialla. Ecco quindi le restrizioni che dovranno rispettare i cuneesi a partire da oggi.
Le visite, sempre una sola volta al giorno e sempre in non più di due persone, sono consentite in zona arancione, all’interno del Comune di residenza. Sono vietati gli spostamenti al di fuori del proprio Comune, se non per le solite ragioni di lavoro, salute o necessità. Per quei territori con meno di 5mila abitanti è consentito spostarsi entro i 30 chilometri dal confine del proprio Comune, con il divieto però di recarsi verso i capoluoghi di provincia. Scuole in presenza fino alla prima media. Saranno in classe anche gli alunni fino alla terza media e quelli delle superiori, ma al 50%. Tutti i negozi sono aperti, compresi parrucchieri, barbieri e centri estetici, mentre i centri commerciali restano chiusi nel fine settimana.
È vietato uscire di casa dalle 22 alle 5. Il controverso divieto non vale in caso di lavoro, salute o necessità. Bar e ristoranti restano chiusi: possibile solo l’asporto, fino alle 18, e la consegna a domicilio, fino alle 22 e solo per i ristoranti.
Restano vietati gli spostamenti tra le Regioni, a meno che non si abbia una seconda casa. La mobilità è consentita solo per motivi di lavoro, salute e necessità. Sarà sempre possibile rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione. Sarà sempre possibile raggiungere le seconde case, così come in zona rossa, a patto che non ci siano però ordinanze dei presidenti di Regione che impongono regole più restrittive.
Redazione
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