Cuneo, i genitori degli atleti si appellano al Comune: ‘La piscina non deve chiudere’
Dopo l’ultimo decreto il CS Roero ha deciso di mantenere aperto solo l’impianto di Savigliano: ‘Troppo alti i costi di gestione’. Ma le famiglie non ci stannoTra le rinunce più gravose che il nuovo Dpcm del 24 ottobre ha imposto alle famiglie italiane non c’è solo la chiusura anticipata di molte attività commerciali. Occorre far fronte anche a uno stop allo sport dilettantistico, che solo in queste settimane aveva ritrovato a fatica i suoi spazi.
La questione preoccupa tra gli altri i frequentatori abituali e occasionali delle piscine. Il Centro Sportivo Roero gestisce lo Stadio del Nuoto di Cuneo insieme alle strutture di Savigliano, Sommariva Perno, Alba e Asti e ha già annunciato che a fronte delle nuove norme sarà impossibile mantenerle aperte: sebbene normative e chiarimenti federali lascino aperta la possibilità di proseguire le attività agonistiche, il CSR non può far fronte ai costi di gestione contando soltanto sugli introiti derivanti da queste. Perciò è stato chiesto agli atleti di allenarsi nel solo impianto saviglianese, una soluzione che consente di andare avanti “in emergenza” ma che al tempo stesso obbliga parecchi a spostamenti non indifferenti.
“Gli impianti di provincia - spiegano i gestori in una lettera inviata agli atleti - a differenza ad esempio di Torino non ricevono contribuzioni pubbliche e hanno a proprio carico le utenze di energia elettrica-acqua e riscaldamento. Ad oggi il CSR non ha ricevuto alcun aiuto dai Comuni proprietari degli impianti che gestiamo. Si può facilmente capire come con queste condizioni la sola attività agonistica non si avvicina neanche minimamente a coprire le spese gestionali di un impianto... anzi le aggrava. Malgrado questo, la riflessione fatta è che il CSR deve fare sport! Abbiamo quindi realizzato un progetto per cercare una soluzione a questa situazione. Il progetto è quello di aprire un impianto unico nel quale concentrare tutte le attività agonistiche. Per costi gestionali e per la posizione geografica centrale rispetto alle nostre realtà, abbiamo scelto Savigliano ed abbiamo cercato di fare un planning che potesse riguardare tutte le categorie e specialità. Per poter realizzare questo progetto ci occorre la collaborazione di tutti: chiediamo quindi a tutti i nostri tesserati, sia quelli che riusciranno a sfruttare a pieno questa soluzione che a quelli che magari non potranno usufruirne, di pagare integralmente la quota senza rimborsi o prolungamenti di periodi. Così facendo daremo la possibilità ad un numero consistente di atleti di poter tornare in acqua”.
A fronte della decisione, un gruppo di genitori sta sollecitando le istituzioni a farsi carico del problema sollevato dal CSR, in particolare per quanto riguarda l’impianto di Cuneo: “La piscina di Cuneo, la nostra bellissima e nuova piscina, sarà svuotata, rimarrà un posto di ricordi, un buco in vetrina, per chissà quanto tempo, lasciando un vuoto nella città e non solo per noi famiglie degli agonisti, o appassionati dell'acqua, ma per tutti quelli che ne sono anche solo amanti occasionali, quelli che vogliono che i bimbi dai 4 mesi imparino ad essere a loro agio nel nostro bellissimo elemento, quelli che amano lo sport ma per problemi fisici non possono godere dei chilometri di Parco Fluviale per correre o pedalare, quelli che usano l'acqua come unica terapia per schiene e cervicali da distendere dopo lunghe giornate alla scrivania, quelli che in un tuffo, o una capriola sprigionano un sorriso che manda via le tensioni di una settimana”.
Al momento gli agonisti sono gli unici a cui sia stato riconosciuto il “diritto” di nuotare ma anche per loro, temono gli autori della lettera aperta, si annuncia un periodo di privazioni: “La soluzione per queste famiglie sarà portare gli atleti a Savigliano, ma al di là del pericolo di far viaggiare bambini, in inverno e alla sera, su una strada non delle migliori, può essere una soluzione per una città capoluogo di provincia?”. Mantenendo aperta la possibilità di svolgere attività agonistiche lo Stato ha capito che “i genitori di bambini e ragazzi non scelgono questa strada per avere dei campioni olimpici, ma per dare loro un'alternativa a pomeriggi di tv, di social network, di divano e patatine, per inserirli in contesti sani, con regole, principi, gruppi di amici con la cultura della dedizione per ottenere un risultato”.
Ora però “deve capirlo il comune di Cuneo”, concludono i genitori, appellandosi alle istituzioni cittadine perché intervengano al più presto per scongiurare la chiusura: “Forse per loro non è così chiaro che la piscina sta arrivando ad un punto di non ritorno, forse come tutte le cose bellissime si sta dando troppo per scontata. Purtroppo è pericoloso dare per scontate le cose, una volta perse è più duro riconquistarle”.
Redazione
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