Cuneo, i Radicali tappezzano la città di manifesti che paragonano Putin a Hitler
Nelle prossime settimane al via una raccolta firme per chiedere l'incriminazione del leader russo davanti al tribunale dell'AjaPer le vie della città sono comparsi decine di manifesti con la faccia di Vladimir Putin sovrapposta a quella di Adolf Hitler, con la scritta Put(in)OUT of UKRAINE. Questa la nuova campagna dell’Associazione Radicali Cuneo – Gianfranco Donadei, che nelle prossime settimane darà il via anche a banchetti di raccolta firme per chiedere l’incriminazione di Putin dinnanzi al tribunale dell’Aja.
Filippo Blengino ed Alexandra Casu, rispettivamente Segretario e Tesoriera di Radicali Cuneo, dichiarano: “Cuneo è città medaglia d’oro alla Resistenza, ha sempre parteggiato, è sempre stata vicino a chi resiste all’aggressore. L’equidistanza tra Russia e Ucraina, il considerare il conflitto in corso una guerra alla pari, quando la realtà dei fatti ci mostra un aggressore, Vladimir Putin ed i suoi oligarchi complici, ed un aggredito, ossia l’Ucraina, è un qualcosa di profondamente sbagliato ed antistorico”.
Presentando quindi i manifesti che sono stati esposti a Cuneo, aggiungono: “Con questi manifesti vogliamo dire chiaramente che i dittatori e criminali sono tutti uguali, indipendentemente dalla loro vocazione politica o area geografica di provenienza. Vladimir Putin è il nuovo Hitler, così come affermato anche dal Presidente della comunità cristiana ucraina in Italia Oles Horodetskyy, e si è macchiato di crimini internazionali e crimini di guerra. A partire dall’aggressione di un Paese sovrano, fino ad arrivare alle bombe sui civili, alle violenze, alle deportazioni, sono molti i fatti per i quali il nuovo Zar ed i suoi generali devono essere incriminati dinnanzi alla Corte Penale Internazionale. Non c’è mai pace senza giustizia, e certe forze politiche dovrebbero iniziare a fare i conti con il passato ed iniziare, senza se e senza ma, a condannare la fratricida azione dei Russi. Poi si può discutere sulle altre questioni, a partire dall’invio di armi alla Resistenza ucraina, ma la ferma condanna di Putin ancora non è unanime”.
Redazione
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