Cuneo, il Comune vende palazzo Chiodo: la base d’asta è di 2,4 milioni
Il gioiello barocco, acquistato nel 2006, è da anni nel degrado. L’assessore Spedale: “Valutiamo l’interesse di eventuali compratori, poi decideremo cosa fare”Vendesi palazzo cinquecentesco, dotato di cortile in pietra e due ordini di logge, torri e saloni decorati. Base d’asta 2 milioni e 400mila euro. Inclusi nel prezzo un portone barocco attribuito a Filippo Juvarra, uno scalone monumentale e grandi sale affrescate e stuccate. Non c’è il classico “astenersi perditempo” e nemmeno la raccomandazione “telefonare ore pasti”, ma questo in sostanza dice l’avviso di asta pubblica emanato dal Comune di Cuneo per la vendita di palazzo Chiodo.
“L’immobile era nel piano alienazioni da tempo e abbiamo cercato di dare seguito a quanto abbiamo già anche discusso in Consiglio comunale” premette l’assessore al Patrimonio Alessandro Spedale: “È importante capire se ci siano eventuali compratori interessati, per dare una svolta a questo immobile”. Nessun dubbio in effetti circa il fatto che l’edificio nobiliare in via Cacciatori delle Alpi, tra via Savigliano e Chiusa Pesio, abbia un gran bisogno di una svolta. Il Comune l’ha acquistato nel 2006, sotto l’amministrazione Valmaggia: allora si pensava di allargare l’attuale sede della biblioteca dall’adiacente palazzo Audiffredi, poi è subentrato il progetto per il trasferimento a palazzo Santa Croce.
Dal 2015, in seguito alla morte della baronessa Maria Alberta Chiodo Ronchetto che ancora vi risiedeva, il Comune è l’unico proprietario. Già due anni prima, però, la dimora era diventata una “patata bollente”, tanto che col cambio di giunta era stata inserita nel piano delle alienazioni. La procedura ha richiesto un decennio intero, perché c’era bisogno anche del placet della Soprintendenza: richiesto nel 2021, ottenuto a fine 2022. Nel frattempo si sono susseguiti numerosi episodi di degrado, come quando l’ultimo piano dello stabile fu interessato da un incendio, forse causato da alcuni abusivi che avevano preso a frequentare gli appartamenti.
Una vicenda che grida vendetta, perché nonostante il declino di questi anni palazzo Chiodo, costruito nel 1503 e rimaneggiato tra Sei e Settecento, resta uno dei gioielli architettonici del centro storico. Appurato che di spiragli per una riqualificazione sembrano non essercene, il Comune prova a sondare la strada della cessione ai privati: il prezzo di vendita di partenza è il medesimo al quale era stato acquistato ormai diciassette anni fa, ma certo le condizioni sono molto cambiate e anche di questo si dovrà tener conto. E se la vendita non andasse a buon fine? Spedale non si sbilancia: “Se non ci fossero risposte faremo altre riflessioni. Eventuali decisioni successive andranno assunte in modo condiviso”.
Nel frattempo si guarda all’asta di venerdì 19 gennaio, ore 9: il giorno della verità.
Andrea Cascioli
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