Cuneo, in scena la protesta dei lenzuoli contro il degrado di via Pellico e dell’area della stazione
L’iniziativa dei residenti è stata appoggiata anche dal comitato di quartiere. Sturlese a sorpresa: “Penso sia giusto togliere le panchine in alcuni tratti di strada”Gli ispanici la chiamano pañolada ed è una forma di protesta molto popolare negli stadi di calcio. Quando gli spettatori non sono soddisfatti della prestazione in campo estraggono i fazzoletti bianchi dal taschino e incominciano ad agitarli. Pare che l’origine della cosa risalga addirittura ai tempi dell’imperatore romano Aureliano, che ai suoi sudditi chiedeva di segnalare il loro gradimento o la disapprovazione durante gli eventi pubblici utilizzando appunto un panno.
Mutatis mutandis, è proprio quello che hanno pensato di fare i residenti dell’area della stazione di Cuneo che a partire dalle ore 9 hanno incominciato ad esporre lenzuoli alle finestre per denunciare il persistente degrado del quartiere. La protesta ribattezzata Q Day-Giornata del quartiere è nata in maniera autonoma ma è stata appoggiata anche dal comitato Cuneo centro: “Non possiamo riassumere in una manciata di frasi e slogan una situazione complessa come quella della zona Stazione, ma che proprio per questo richiede interventi organici e mirati alla tutela di tutti” si legge nel volantino a firma “I residenti”.
L’iniziativa ha trovato ampia adesione soprattutto negli ultimi isolati di via Pellico prima di piazzale Libertà, nella piazza del “faro” e tra gli abitanti di corso Giolitti più vicini alla stazione. Qualche lenzuolo ha fatto capolino anche tra via Grandis e via Meucci. Ma l’insofferenza verso gli episodi di inciviltà quotidiana come gli schiamazzi e l’abbandono di rifiuti - prima e più ancora della microcriminalità vera e propria - non riguarda solo i residenti. “Ho l’impressione che con il presidio dei vigili urbani in corso Giolitti abbiano voluto darci un contentino. I vigili passano ma non dicono nulla di fronte a comportamenti scorretti” dice Alessandra Platone, presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili di via Silvio Pellico 7. Solo pochi mesi fa la vetrata della sede è stata sfondata durante una rissa, per fortuna senza conseguenze gravi: “Ci sono bottiglie di birra abbandonate ogni giorno, rumori fino a tarda notte. Noi chiudiamo alle 17 perché i disabili non se la sentono di venire più tardi e affrontare le prepotenze di chi occupa i loro posti auto. Abbiamo provato in tutti i modi a trovare una convivenza, ma siamo vessati”.
Non si tratta di diffidenza verso gli stranieri, assicura il consigliere comunale Ugo Sturlese di Cuneo per i Beni Comuni, tra i più attenti alle iniziative nel quartiere: “Il quartiere non ha assolutamente un atteggiamento discriminatorio. Quest’anno poi la crisi della frutta ha ridotto di molto il numero di immigrati lavoratori e anche i disagi dovuti agli accampamenti nel Movicentro. Ma il tema è l’espropriazione del territorio da parte di chi si ritrova qui solo per consumare alcolici o spacciare, un problema che allontana i residenti dalla possibilità di vivere il loro quartiere”. A sorpresa, il decano della “sinistra di lotta” apre anche a una delle misure che la destra aveva chiesto mesi fa e a cui si era in precedenza opposto: “Penso sia giusto togliere le panchine da quel tratto di via Pellico, in forma sperimentale”. Ma certo la questione non si esaurisce con provvedimenti “di bandiera”: “Credo manchi una comprensione reale del fenomeno. Il disagio è stato sottovalutato, anche se il Comune ha preso alcune contromisure”.
Un’idea che circola è l’adozione di un regolamento per i beni comuni. Si tratterebbe di coinvolgere i cittadini negli interventi a favore del quartiere, in cambio della possibilità di ottenere sconti sulle imposte comunali. “È quello che ha realizzato de Magistris a Napoli per i piccoli lavori pubblici che il Comune non poteva finanziare. A Cuneo il tema è stato proposto molte volte all’amministrazione, ma non se ne fa mai nulla” spiega Josetta Saffirio, ex presidente del comitato Cuneo centro che ora anima l’associazione Co.Cun.: “Si può pensare per esempio di reclutare volontari per curare le aree verdi e altri spazi, dotandoli di formazione adeguata e assicurazione e premiandoli con sconti sulla Tari. Perché il degrado si combatte facendo in modo che la gente avverta lo spazio pubblico come un ‘suo’ spazio”.
Andrea Cascioli
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