Cuneo, la maggioranza respinge l’offensiva contro Giraudo sul 'caso Ping'
Bocciato l’ordine del giorno dell’opposizione di sinistra che chiedeva le dimissioni dell’assessore PdNessuna sorpresa nel Consiglio Comunale di questa sera: a larga maggioranza è stato respinto l’ordine del giorno, presentato dal gruppo di opposizione Cuneo per i Beni Comuni e dalla consigliera Maria Luisa Martello, che chiedeva al sindaco la revoca delle deleghe all’assessore Domenico Giraudo.
L’Odg a firma del consigliere Ugo Sturlese prendeva le mosse dal provvedimento con cui lo scorso 10 aprile il tribunale delle imprese di Torino ha disposto in via precauzionale la sospensione di tre amministratori della società Ping, tra cui l’assessore Giraudo, in seguito all’esposto presentato da un ex socio della cooperativa. Il provvedimento è motivato dalla costituzione, nel giugno 2018, della Srl Ping-S, che il giudice definisce nella sospensiva una 'fotocopia' della società cooperativa sociale Ping, adombrando “un concreto rischio di confusione tra le attività delle due Società e un possibile travaso di clientela”. Il giudice ha rilevato inoltre che “le operazioni fatturate dalla Srl appaiono opache” e “sono state concluse a condizioni che difficilmente possono dirsi di mercato”.
La cooperativa Ping - Pensare in Granda occupa i locali dell’ex infermeria della caserma Cantore e la sede è stata oggetto di una ristrutturazione finanziata dal comune con un project financing. Queste le ragioni che hanno indotto l’opposizione di sinistra a chiedere la revoca delle deleghe all’assessore Giraudo in attesa del processo civile, la cui prima udienza è fissata per il prossimo 5 giugno.
In netto dissenso i gruppi di maggioranza, che hanno fatto quadrato attorno all’assessore in quota Pd. È il capogruppo del Partito Democratico Carmelo Noto a replicare all’offensiva di Sturlese: "Pensare in Granda scs non è il gestore dell’immobile ma un semplice affittuario: non ha quindi nessun rapporto col comune di Cuneo né agevolazioni di sorta. Chi dice il contrario si rivolga alle sedi apposite senza fare insinuazioni". La vicenda, sostiene Noto, si riduce a una lite tra privati ed è "in ogni caso priva di attinenza con il comune o con la carica ricoperta dall’assessore Giraudo", a cui il partito ribadisce la propria fiducia. Alle sue parole hanno fatto seguito quelle del sindaco Federico Borgna: "È una situazione grottesca. La questione attiene a una controversia tra privati che si concluderà con il pronunciamento di un giudice civile".
I toni della discussione si sono fatti più accesi con la risposta di Sturlese: "Ho ricordato alcuni passaggi dell’ordinanza e mi si dice che si tratta di insinuazioni. Sono fatti riportati che non possono essere derubricati a questione civilistica perché qui non si entra nell’ordine delle decisioni del tribunale ma di una notizia che ha avuto rilevanza sui giornali". Sturlese ha lamentato che il Pd non faccia chiarezza "su vicende che lo vedono coinvolto nelle persone di alcuni iscritti di peso", sferrando un duro attacco anche alle opposizioni meno attive nell’’affaire Ping’: "Il Comune ha messo due milioni nel project financing e deve continuare a garantire le finalità non solo di recupero dell’area ma anche sociali. Come sempre quando andiamo negli interessi concreti si palesa una rete omertosa che si manifesta con diffusi silenzi e connivenze distribuite anche tra le opposizioni".
Un j’accuse che non ha inciso sull’esito scontato di una contesa comunque destinata a riaccendersi quando toccherà alla magistratura esprimersi sulla vicenda.
Andrea Cascioli
CUNEO Federico Borgna - Ping - Carmelo Noto - Partito Democratico - Maria Luisa Martello - Ugo Sturlese - Ordinanza - Tribunale - Domenico Giraudo