Cuneo, l’Osservatorio sulla sicurezza del Comune diventa un caso politico
Boselli denuncia ritardi dovuti a contrasti in maggioranza, la sindaca risponde: “Nessun ripensamento”. Si parla anche delle violenze in carcere e della PrefetturaChe fine ha fatto l’Osservatorio permanente sulla sicurezza urbana? Il Comune di Cuneo aveva stabilito di costituirlo con una delibera uscita a giugno, ma una nomina ufficiale non c’è ancora: Giancarlo Boselli, capogruppo di Indipendenti, ha portato la questione in Consiglio comunale nella seduta di lunedì.
“Sembrerebbe siano state fatte riunioni informali dopo la delibera” ha detto l’ex candidato sindaco, domandandosi se ci sia “un ripensamento sull’utilità dell’osservatorio o un’impossibilità di trovare un accordo sui componenti di nomina”. “Vorremmo capire cosa abbia impedito al sindaco di procedere” ha incalzato l’esponente dell’opposizione, trovando pronta risposta da parte della sindaca Patrizia Manassero: “Nessun ripensamento, abbiamo iniziato a lavorare in modo informale con la rappresentanza dei comitati di quartiere e con alcuni soggetti: il decreto di nomina arriverà a brevissimo”.
Il fronte dei comitati di quartiere, ha aggiunto la prima cittadina, “ha rappresentato sensibilità e bisogni di sicurezza anche molto diversi. C’è un’elaborazione molto avanzata in quartieri come Cuneo Centro, in altri è più legata alla sicurezza stradale o all’incidenza dei furti in appartamento”. Per confrontarsi su questo è in programma un prossimo incontro con la Consulta dei quartieri. Al primo “giro di tavolo” hanno partecipato l’ex questore Pino Pagano, candidato consigliere del Pd alle ultime elezioni comunali, così come i rappresentanti degli operatori economici Piergiuseppe Costantino e Patrizia Daniele.
Tutto chiarito? No, perché l’uscita odierna di una nota del comitato di quartiere Cuneo Centro ha dato linfa alle polemiche. Boselli è tornato, in apertura della seconda seduta, a chiedere procedure chiare: “Mi sembra una situazione inaccettabile: questo comitato non solo si riunisce informalmente, non si capisce a quale titolo, ma escono comunicati da cui risulta sia attivo un presidente mai nominato”. Si tratta, appunto, di Pagano: “La voce che circola - aggiunge il leader di Indipendenti - è che una parte di maggioranza non era d’accordo con l’istituzione dell’osservatorio e che adesso ci sarebbe una discussione su chi debba presiederlo”. “Non esiste che lei porti in delibera la costituzione di un comitato e per sei mesi non proceda” tuona Boselli, preannunciando la volontà di interessare del “caso” la Prefettura. Anche questa volta arriva la replica di Manassero: “Ieri sera nessuno di voi mi ha ascoltata: ho detto che era già stata fatta una prima riunione e che erano presenti Pagano e i rappresentanti degli esercenti”.
Sempre a proposito di sicurezza, è stato lo stesso Boselli a sollevare un’ulteriore questione, ovvero il ripristino della sorveglianza notturna nel palazzo della Prefettura: “Significa sottrarre almeno un’unità e mezza alla vigilanza notturna, cosa che ha suscitato una presa di posizione dagli stessi sindacati di polizia. Sarebbe auspicabile che altrettanto facesse il sindaco”. Il punto, risponde ancora la prima cittadina, è che la disposizione arriva dal governo: “Mi sono sentita con il prefetto. Non sappiamo quali siano i rischi che il palazzo della rappresentanza del governo può avere, quindi ascolteremo queste ragioni”.
Il civico di destra Beppe Lauria interviene a sua volta per porre un altro tema, quello dei molteplici episodi di violenza registrati in carcere da parte dei detenuti e dell’inchiesta che coinvolge 23 agenti del Cerialdo: “Il carcere come struttura pubblica è la seconda o la terza ‘azienda’ della città e più volte abbiamo detto che è parte della città: il Comune non può sottrarsi alla sua funzione”. Anche su questo giungono rassicurazioni dal banco più alto della giunta: “Quando esce qualsiasi notizia sul carcere è mia cura contattare i garanti cittadino e regionale e la direzione. In questo caso abbiamo avuto anche volontà di essere presenti due volte, fin dall’uscita della notizia di un’indagine sugli agenti di Polizia Penitenziaria”.
Andrea Cascioli
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