Cuneo nel ''triangolo'' delle finte escort
In aumento in Italia le truffe operate tramite i siti di annunci. I visitatori esposti a molteplici rischiSono in aumento in Italia le truffe operate tramite i siti di annunci di escort: per i clienti su questi siti è impossibile verificare l’identità di chi si pubblicizza e questo espone i visitatori a molteplici rischi. Anche la provincia di Cuneo si ritrova così stretta “nella morsa” delle truffe che si stanno diffondendo nei territori confinanti.
Nonostante il Covid, gli uomini cercano circa 2 milioni di volte al mese in Italia su internet occasioni di incontro con le prostitute in appartamento. Spesso e volentieri però, non verificando le informazioni delle signorine che contattano, si ritrovano incastrati in truffe, estorsioni o addirittura rapine a mano armata.
Ad esempio, negli scorsi giorni una donna ligure di 65 anni è stata arrestata perché si fingeva una escort minorenne su diversi siti di incontri per estorcere denaro alle sue vittime con vari ricatti. Da un singolo “cliente” avrebbe ottenuto più di 7mila euro in bonifico tramite ricatto di diffusione della loro “relazione” digitale.
È andata peggio ai clienti di un’insegnante di Savona, che su diversi siti di incontri pubblicizzava pratiche non molto convenzionali. Gli inquirenti hanno intercettato le telefonate intercorse tra la escort e i suoi avventori, per poi convocarli tutti come testimoni, raccontando alla corte le pratiche in cui erano coinvolti su loro richiesta.
Un po’ come la vicenda dell’operazione “Lussuria Orientale” che fino a poche settimane fa ha impegnato il Tribunale di Cuneo: nel processo sono stati condannati cittadini cinesi e italiani accusati di associazione a delinquere dedicata allo sfruttamento della prostituzione e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I clienti delle escort, venuti a contatto con il racket grazie a numerosi siti di annunci, erano stati fermati durante i blitz, le intercettazioni e i pedinamenti degli inquirenti e chiamati in tribunale come testimoni.
Un altro caso particolarmente eclatante di rapina è avvenuto a Varese il mese scorso: un uomo è stato attirato attraverso un noto sito di annunci di incontri a pagamento ad un appuntamento con una prostituta. È stato invece rapinato da due uomini di cellulare e 400 euro in contanti.
Ricorda una vicenda analoga avvenuta ad Asti due anni fa: una “escort” dell’astigiano aveva derubato di auto e carte di credito il cliente, cercando di rivendere anche tutti gli strumenti di lavoro che il malcapitato aveva nella vettura.
Sembra che qualche gruppo di clienti stia iniziando a difendersi: stanno nascendo siti, forum, gruppi social volti a segnalare i casi più pericolosi, in puro spirito di sharing economy. Possibile quindi che anziché risolvere il problema per legge, in Italia si affermi un Tripadvisor per le escort per la tutela dei frequentatori delle escort?
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