Cuneo vive il “boom” turistico. In città 237 bnb e quasi il 30% di pernottamenti in più nel 2024
L’impennata sull’imposta di soggiorno fa sorridere il Comune. L’Atl conferma: “Il capoluogo è un traino per il turismo, con presenze più costanti rispetto ad Alba”Più turisti, per più tempo e per la gioia, oltre che del settore alberghiero e del commercio, anche del Comune. Perché a Cuneo dal 2018 è in vigore l’imposta di soggiorno, una tassa di scopo introdotta, ricorda l’assessore al Turismo Sara Tomatis, “a seguito della contrazione dei trasferimenti statali, per evitare un’ulteriore imposizione alla cittadinanza”.
Ha funzionato. Tant’è che nel 2024 il municipio ha incamerato un tesoretto di 187.117,65 euro, comprensivi di un conguaglio dallo scorso esercizio. Soldi che, al netto dell’avanzo di gestione (pari a 39.233.61 euro), sono stati reinvestiti nel supporto alle attività turistiche e promozionali del Comune. Promocuneo, cui è demandata la gestione dell’infopoint nel palazzo comunale, ha ricevuto trasferimenti per 8.884 euro. Altri 20mila euro sono collegati a Cuneo città alpina 2024, compresi i 7mila euro di contributi (insieme all’Atl) per promuovere la “storia alpina” di zio Paperone a Cuneo su Topolino. Nell’organizzazione del Cuneo Montagna Festival sono stati investiti 15.900 euro, all’edizione numero 25 della Fiera del Marrone sono stati destinati 61.100 euro.
Di tutto questo bisogna ringraziare le 59.251 persone giunte sul territorio nel corso del 2024, in aumento rispetto alle 49.946 del 2023. Un incremento ancora maggiore è quello dei pernottamenti, passati da 114.085 agli attuali 147.307: nel complesso, un aumento del 29,12% sui pernottamenti e del 18,63% sulle visite. I pernottamenti esenti erano al 13,11% nel 2023, lo scorso anno al 10,06%: “L’esenzione maggiore - spiega Tomatis - è quella sui pernottamenti che eccedono i sette giorni, questo è anche un dato positivo”. Significa infatti che il turismo a Cuneo è meno “mordi e fuggi” di un tempo. Ai consiglieri comunali, riuniti per un’apposita commissione con l’Atl, l’assessore non nasconde che c’è un margine di miglioramento, per quanto riguarda i turisti dall’estero: in altri territori del Piemonte, ad esempio la città di Torino, la presenza straniera è quasi al 50%. Positiva la valutazione del prodotto turistico complessivo cuneese, al 92,2% nel 2024: “Anche quest’anno è migliore dell’86% attribuito al ‘prodotto Italia’”.
“Cuneo è davvero un traino per il turismo del territorio” conferma la direttrice dell’azienda turistica locale Daniela Salvestrin. Nel 2023 gli arrivi della città di Cuneo coprivano il 15,71% del totale dell’Atl, nel 2024 queste percentuali si sono incrementate ancora: “Sull’intero territorio - precisa Salvestrin - siamo cresciuti del 5,07% per gli arrivi e del 6,16% per le presenze”. C’è un tema su cui bisogna interrogarsi anche a Cuneo, quello della “turisticizzazione” degli immobili. La dirigente Atl lo dice: “Siamo a 237 appartamenti che sono stati ‘tolti’ dal mercato immobiliare e messi a disposizione dei turisti. Vuol dire che la città attira turisti e c’è richiesta, d’altro canto si tratta di una tipologia di accoglienza non professionale”.
Non ha più senso, aggiunge, paragonare i numeri a quelli del periodo pre-pandemia, perché il turismo è cambiato. Ha senso invece un paragone con la vicina Alba, “anche se ci rivolgiamo a pubblici diversi” sottolinea Salvestrin: il capoluogo della Granda conta 61 esercizi ricettivi e 237 locazioni turistiche, la capitale delle Langhe 108 alberghi e 355 bnb e similari. In termini di domanda, Alba conta 110mila arrivi e 227mila presenze. “Numeri decisamente più importanti” ammette la rappresentante dell’Atl, tuttavia si possono notare due aspetti. Il primo è che il tempo medio di permanenza in città si equivale (“sicuramente il margine di crescita di Cuneo è maggiore”), il secondo è che Cuneo conta su una presenza più costante: “Alba ha molte strutture ricettive in più, ma ha periodi in cui è presa d’assalto e altri in cui il turista latita. Più che nel numero delle strutture ricettive, spererei in una crescita di arrivi e presenze, senza snaturare la città”. Nel frattempo l’Atl continua a lavorare per offrire esperienze a chi viaggia sotto la Bisalta: “La città piace molto, spesso è una scoperta inaspettata perché non fa parte dei circuiti tradizionali del turismo”.
Un tema dibattuto con i consiglieri è quello della sede dell’ufficio turistico. Quella attuale, nell’ex caserma di piazza Foro Boario, non convince tutti: Flavia Barbano (Centro per Cuneo) lancia l’idea di aprirne una più centrale, magari nell’ex edicola Garino di piazza Galimberti. Ma la proposta si scontra con esigenze di spazio e raggiungibilità: “Piazza Galimberti non è un posto dove si trova facilmente parcheggio. Non riteniamo che la distanza sia eccessiva e siamo in grado di dare un tipo di servizio che non potremmo fare in un chiosco”. Da Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale Democratica) la richiesta è di allungare i tempi di apertura, specie in corrispondenza delle grandi manifestazioni: “Tutto è fattibile, ma a un certo punto dobbiamo chiudere: sabato e domenica facciamo orario continuato”.
A Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni), che chiede lumi su come il turismo invernale stia affrontando il cambiamento climatico, la direttrice replica anticipando che un’analisi sul punto verrà presentata a maggio: “L’ultimo studio del genere è stato effettuato più di vent’anni fa dalla Camera di Commercio” fa sapere. In provincia, malgrado la crescita di arrivi e presenze a settembre e ottobre, la destagionalizzazione resta un’ipotesi: “Agosto fa numeri molto elevati, ma nel nostro territorio sono ancora i mesi invernali quelli in cui si concentra il grosso dei movimenti turistici. Vale la pena di capire dove si stia andando, ma non si può spegnere l’interruttore e dire a chi lavora nell’indotto del turismo invernale di trovarsi un altro lavoro”.
Andrea Cascioli

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