'Da rivedere regolamento su tempi di guida e di riposo per gli autotrasportatori'
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa diffuso da Astra Cuneo, associazione degli autotrasportatori cuneesiRiceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa diffuso da Astra Cuneo, associazione degli autotrasportatori cuneesi.
A seguito della diffusione del bilancio della campagna di controlli effettuati nel mese di febbraio dalla Tispol, organizzazione nata per sviluppare una cooperazione operativa tra le Polizie Stradali Europee, sorgono spontanei alcuni interrogativi. Sul podio delle infrazioni commesse campeggiano le violazioni al Regolamento (CE) n. 561/2006 disciplinante i tempi di guida e di riposo dei conducenti di veicoli pesanti. Per i non addetti ai lavori, si precisa che la fonte comunitaria richiamata nasce con l’obiettivo di regolare l’attività degli autisti che effettuano il trasporto di persone e di merci su strada, al fine di migliorarne le condizioni di lavoro e di garantire la tutela della sicurezza stradale e pubblica. Fatte le dovute premesse, condivisibili in toto in merito alle finalità perseguite, ci si chiede il perché ad oggi, la soglia delle violazioni della normativa in oggetto sia così elevata nonostante il Regolamento (CE) n. 561/2006 sia entrato in vigore da oltre dieci anni. Il Presidente di Astra Cuneo Associazione Trasportatori, Diego Pasero, così commenta i dati emergenti: “Dal numero delle infrazioni rilevate su scala comunitaria, pari a circa 8.200, sorge spontaneo interrogarsi in merito all’efficacia della normativa dettata in materia di tempi di guida e di riposo. E’ davvero possibile che un numero così elevato di violazioni sia unicamente imputabile a negligenze dei conducenti o, piuttosto, i dati riportati sono sintomatici che il Regolamento (CE) n. 561/2006 sia fatto a tavolino da burocrati che non hanno mai guidato un veicolo pesante?”. Aggiunge Pasero : “A titolo esemplificativo, basti pensare alle costanti pressioni avanzate dai committenti o alle lungaggini derivanti dal traffico che caratterizza le nostre infrastrutture, circostanze che non risultano ascrivibili in rigidi schemi temporali e organizzativi come quelli imposti dalla legislazione comunitaria. Ai limiti illustrati, occorre aggiungere un ulteriore effetto distorsivo della normativa in oggetto, ossia il progressivo allontanamento dei giovani dalla professione di autotrasportatore, i quali risultano essere sempre meno propensi a svolgere un’attività gravata da eccessivi oneri. Per il futuro, confidiamo che le istituzioni europee intervengano sul regolamento dei tempi di guida e di riposo al fine di rendere più flessibile e meno esasperante l’attività di conducente professionale”.
Redazione
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