Decreto siccità, il Piemonte rischia il razionamento dell’acqua
Nella “zona rossa” potrebbero rientrare sei regioni del nord e del centro Italia. Si pensa a divieti per usi non domestici e alla chiusura dei rubinetti in ore notturneÈ in preparazione per la prossima settimana un decreto siccità che dovrebbe definire una “zona rossa” della crisi idrica, all’interno della quale rientra il Piemonte da mesi in sofferenza per la scarsità di precipitazioni.
Lo annuncia La Stampa, anticipando che il documento di palazzo Chigi dovrebbe prevedere due tipi di intervento. Il primo è volto alla salvaguardia del comparto agricolo. Lo stato di eccezionale avversità atmosferica potrà essere proclamato - con conseguenti indennizzi per le aziende - “qualora il danno provocato superi il 30% della produzione lorda vendibile”. L’altro fronte, il più impattante nel quotidiano, riguarda le misure relative all’approvvigionamento idrico. Il razionamento dell’acqua è la più rilevante: potrebbe coinvolgere fino a un’intera regione e portare a una serie di provvedimenti per il risparmio dell’acqua, compresi il divieto dell’uso per fini non domestici e la chiusura dei rubinetti nelle ore notturne. La Protezione Civile, inoltre, potrà emettere ordinanze per attingere agli invasi a fronte dello stato d’emergenza.
Il decreto siccità riguarderà oltre al Piemonte altre tre regioni della pianura padana, ovvero Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Ma sono in sofferenza anche le Marche e il Lazio nel centro Italia. Centinaia di comuni intanto hanno già emesso ordinanze per chiudere le fontane pubbliche e limitare l’utilizzo dell’acqua potabile alle necessità igieniche e domestiche: tra questi anche diversi centri della Granda.
Redazione
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