Decreto Ucraina, prorogata la protezione temporanea dei rifugiati. Bergesio (Lega): “Doveroso”
Per i profughi è prevista la prosecuzione dell’accoglienza diffusa, con settemila posti. Interventi anche sull’assistenza ai minori non accompagnatiApprovato dal Senato il disegno di legge di conversione del decreto-legge n.16/2023 che interviene per far fronte alle esigenze connesse all’impatto sul Paese della crisi internazionale in atto in Ucraina. In particolare il decreto proroga per tutto il 2023, fino al 31 dicembre, i permessi di soggiorno per protezione temporanea rilasciati alle persone provenienti dall’Ucraina. Per l’assistenza dei profughi, è prevista la prosecuzione delle attività di accoglienza diffusa (7 mila posti), la prosecuzione del contributo di sostentamento per chi ha trovato una sistemazione autonomamente e l’assegnazione di risorse ai Comuni che ospitano un alto numero di profughi per il rafforzamento dell’offerta di servizi sociali. Ma il provvedimento interviene anche sulle misure di assistenza ai minori non accompagnati provenienti dall’Ucraina, e in particolare il contributo riconosciuto ai Comuni per costi sostenuti. Viene inoltre introdotta la proroga fino al 31 dicembre 2023 anche dello stato di emergenza dichiarato per supportare le attività di assistenza e soccorso della popolazione ucraina all’estero.
“Provvedimento doveroso, che facilita l’accoglienza di persone provenienti da un Paese martoriato dalla guerra. Da febbraio 2022 sono oltre 170.000 i profughi arrivati in Italia dall’Ucraina, oltre 5.000 i minori non accompagnati da genitori. Una situazione drammatica ed estremamente delicata: il Governo deve far fronte a quella che è stata definita “la più grossa crisi dei rifugiati in Europa dopo la seconda guerra mondiale. È nostro dovere accogliere queste persone e dare loro un rifugio, con la speranza che il conflitto possa al più presto finire e che donne, uomini e bambini possano tornare alle loro case in un clima di pace vera”, è il commento del senatore cuneese della Lega Giorgio Maria Bergesio.
c.s.
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